Agenzia di Stampa

Anno 1 Numero 36 Mercoledì 11.12.02 ore 23.45

info@agenziastampa.org

Direttore Responsabile Guido Donati

   

Seimila bambine ogni giorno vengono mutilate

 

 

di Paola Franz

Nel mondo 130 milioni di donne hanno subito mutilazioni degli organi sessuali, dall'infibulazione all'escissione. Ogni anno se ne aggiungono 2 milioni. Esistono diversi tipi di mutilazioni di diversi gradi, dipende dalla richiesta dei genitori della bambina: il taglio del cappuccio del clitoride impropriamente detto circoncisione, la recisione del clitoride (clitoridectomia) e il taglio parziale o totale delle piccole labbra, l'infibulazione (dal latino "fibula" cioè spilla) o escissione faraonica è l'asportazione del clitoride, delle piccole labbra e di quasi tutte le grandi labbra, la ferita viene richiusa con spine o con fili lasciando una piccola apertura per l'urina e il sangue mestruale. Seimila bambine di un'età che va da pochi giorni di vita a 12 anni, ogni giorno subiscono questa atroce violenza, perpetrata dalle donne anziane che utilizzano qualunque strumento dal pezzo di vetro alle forbici, senza nessun tipo di anestesia o di terapia antibiotica.

Questa atroce pratica viene effettuata in 40 paesi, ma il triste primato spetta all'Africa, soprattutto nella zona subsahariana, dove, ad esempio, in Somalia ben il 98% delle donne ha subito l'infibulazione. Le mutilazioni genitali sono pratiche inammissibili che ledono tutti i diritti umani, e perciò durante la Giornata Mondiale dei Diritti Umani il Parlamento Europeo ha preso posizione contro questa barbarie. È stato redatto un appello solenne volto ad ottenere il maggiore consenso possibile, fra gli illustri firmatari il premio Nobel Rita Levi Montalcini, sempre impegnata sul fronte dell'emancipazione femminile. L'impegno in questa battaglia vede schierati anche alcuni leader africani che, in varia maniera, cercano di essere da esempio alle proprie popolazioni non facendo sottoporre le proprie figlie a questa pratica.

Sono le madri che vedono l'infibulazione come un segno normale di appartenenza, loro stesse vittime di questa violenza; la donna non amputata viene vista come una "poco di buono", una donna di facili costumi. Nessuna madre vorrebbe che la propria figlia rimanga al di fuori del gruppo. Questo bisogno di appartenenza è stato portato attraverso i secoli da un Paese all'altro; perciò si incontrano gruppi che la praticano in Asia, in Europa e in America. Moltissime sono state le motivazioni portate avanti per giustificare queste pratiche, ma vi è un solo motivo, profondo, inconfessato e inconfessabile: controllare la donna, umiliandola, ferendola nella sua intimità, togliendogli qualsiasi forma di piacere, costringendola a divenire una merce che viene venduta dalla famiglia, che serve a soddisfare i piaceri dell'uomo, gli da dei figli e non potrà mai tradire. Questo tipo di mutilazione oltre a distruggere gran parte della sessualità costringe la vittima a continue sofferenze, molto spesso anche la mestruazione diviene difficile e dolorosa, il primo rapporto diviene impossibile per cui il marito o le sue parenti incidono la cicatrice dell'infibulazione con un coltello.

Il parto costituisce un altro momento in cui la donna deve essere sottoposta ad ulteriore taglio per permettere la fuoriuscita del bambino. Al termine la donna viene reinfibulata. E la tortura viene spesso ripetuta più volte durante la vita. Vi sono moltissime complicazioni che accompagnano queste pratiche, dipendendo tutte dalla bravura dell'operatrice, dall'igiene, dal tipo di strumento utilizzato, dalla forza della bambina e dalla sua resistenza alla violenza (non vengono utilizzati anestetici). Immediatamente vi possono essere: lesioni all'uretra, alle ghiandole di Bartolini, alla vagina, alla vescica, all'ano, all'arteria vulvare o all'arteria dorsale del clitoride con emorragia fino allo shock e alla morte, infezioni di tutti i tipi fino alla setticemia, all'epatite e all'Aids. Il tetano è frequente a causa degli strumenti utilizzati durante l'intervento. Nel tempo si possono formare cicatrici cheloidee così rigide che la bambina non riesce a camminare, infezioni frequenti per ritenzione di sangue mestruale, formazione di fistole e ascessi recidivanti. Il moncone del nervo dorsale del clitoride può trasformarsi in un neurinoma che rende la zona genitale ipersensibile e dolorosa. La sterilità spesso consegue alle continue infiammazioni.

Non vi è gruppo religioso che venga risparmiato da questa barbara e antica pratica: atei, animisti, ebrei etiopi dei Falas, cattolici, protestanti, mussulmani e quant'altro. Questa pratica riduce drasticamente la sensibilità, ma il desiderio spesso spinge alcune ragazze ad avere rapporti, che talora riescono; ed è questo un ulteriore momento del trionfo dell'ipocrisia. La famiglia fa ripetere l'infibulazione prima del matrimonio, come accadeva nei popoli occidentali per la verginità, che spesso veniva ricostruita dal chirurgo con un semplice intervento. Dobbiamo combattere questa pratica inumana che distrugge  anche psichicamente, esportando civiltà e conoscenza.

 

 

 

Archivio
Arte e cultura
Consumatori
Diritto
Etica
Eventi
Lavoro
Libri
Medicina
Nucleare
Radioprotezione

Parchi
Scienza
Sessuologia

Link partner

venereologia.it  microcolposcopia.it  scienzaonline
paleofox.com
progettorwanda.it
ciaowebroma.it

Le Foto più belle 

       
Inizio pagina | Home | Media |  Motori di Ricerca |  Meteo   |  WebCam |  mail

Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa settimanale - Pubblicata a Roma - V. A. De Viti de Marco, 50