Anno 1 Numero 35 Mercoledì 04.12.02 ore 23.45

Gente e Paesi

Direttore Responsabile Guido Donati
 

TRA I CHIOSTRI DELLA CIOCIARIA
IL RESPIRO DELLA STORIA

Di Pietro Palumbo

Un viaggio alla ricerca della perduta spiritualità: per chi è stanco di spiagge esotiche e di città visitate in corsa potrebbe essere un suggerimento provvidenziale. Le possibili mete sono in Italia moltissime. La penisola pullula di monasteri, abbazie, luoghi di preghiera e di meditazione. Nella geografia dello spirito il Lazio meridionale è luogo meritevole di grande evidenza. Pochi probabilmente ricordano che dalla Ciociaria, terra nota agli abitanti della Capitale per i prodotti della terra e le tipiche calzature, si diffuse qualche secolo fa il messaggio di San Benedetto, l’appello da cui nacquero le comunità religiose che hanno custodito la cultura cristiana. Il santo nacque, come tutti sanno, a Norcia, in Umbria. Della sua origine si sa poco; il biografo san Gregorio Magno descrive un sofferto itinerario che portò il Santo a rifugiarsi ancora giovane in una grotta nei pressi di Subiaco, una “orrida caverna” oggi venerata come il “Sacro Speco”. 
Con quella scelta Benedetto intendeva rifiutare visibilmente la corruzione che segnava la vita pubblica e i rapporti privati. Il grande afflusso di giovani conquistati dal suo esempio lo convinse a passare dalla meditazione all’azione. Da lui i discepoli aspettavano d’essere illuminati e guidati. San Benedetto accettò un compito che avrebbe fatto tremar le vene e i polsi di chiunque. 
Come prima dimora, scelse una torre sul monte che sovrastava la città di Cassino, avanzo di fortificazioni abbandonate. Il monte aveva una funzione strategica: da quell’altura era possibile dominare la valle del Liri, l’unica via per raggiungere il Sud senza sfidare i miasmi delle paludi. Sulla rustica acropoli fu scritta una pagina di storia fondamentale per la civiltà cristiana. In soli diciotto anni San Benedetto svolse un’attività definita “prodigiosa”, costruendo dalle fondamenta il monastero, formando una generazione di monaci che sarebbe stata di esempio alle successive, stabilendo rapporti fruttuosi con le autorità del suo tempo e soprattutto dettando la “Regola” che avrebbe governato la vita delle comunità benedettine. Se le Abbazie sopravvissero alle invasioni barbariche e al buio culturale del Medioevo, ciò avvenne per la saldezza delle basi su cui l’edificio era stato edificato. 
La Ciociaria fu il cuore del rinnovamento. Non stupisce che questa regione tenuta in nessun conto dalla comune opinione, la terra delle ciocie e delle zampogne, custodisca tante così significative testimonianze della laboriosità benedettina. Le abbazie di Casamari, Trisulti, Montecassino. Subiaco, Fossanova, Valvisciolo sono tutte facilmente raggiungibili per chi si muova da Roma o da Napoli: sono mete obbligate per chi desideri sapere quanto l’arte e la cultura debbano ai benedettini. E’ difficile immaginare occasioni più limpide per verificare la corrispondenza tra la compiutezza dei disegni architettonici e l’armonia dello spirito. Il priore dell’Abbazia di Casamari, don Federico Farina, testimonia, in un breve opuscolo redatto per le esigenze del turismo, della sorpresa dei visitatori che arrivano per analizzare “il freddo monumento” e si sentono investiti “dal calore composto e solenne della liturgia che emana dalla profondità dei secoli, avvertono il respiro della storia”. Basterebbe questa sensazione a dare un senso al viaggio. 
Il respiro della storia si avverte anche dove le tracce del passato sono state cancellate. L’abbazia di Montecassino fu rasa al suolo nel 1944 dai bombardamenti americani nel corso della battaglia che avrebbe portato gli alleati a Roma: quella che oggi si vede è una ricostruzione fedele dell’originale, arricchita da opere d’arte scampate alla distruzione o eseguite più tardi (come gli affreschi di Annigoni che decorano la Chiesa). Al visitatore a cui è data opportunità di ammirare i cimeli che all’Abbazia appartengono da molti secoli, i volumi miniati che arricchiscono la biblioteca, le reliquie di San Benedetto e di Santa Scolastica recuperate dopo il passaggio della guerra. 
La storia è di casa anche sotto le volte della maestosa abbazia di Casamari, più volte distrutta nel corso dei secoli e ripetutamente saccheggiata. E’ fra le più antiche che si conoscano: il monastero delle origini fu edificato nel primo millennio. Chiostro, chiesa, aula capitolare costituiscono un monumento non deperibile della vita monastica, un complesso a cui molte altre costruzioni analoghe si sono ispirate. Di dimensioni più modeste, la Certosa di Trisulti completa e conclude a pochi chilometri di distanza la “visione dell’eternità” che i seguaci di San Benedetto resero concreta a Casamari. Non rinunciate, visitandola, ad ammirare l’interno della straordinaria farmacia: la felicità dei colori che ne decorano le pareti è un esempio della laboriosità illuminata con cui i benedettini hanno onorato, soccorrendo il prossimo, i doveri della Regola. 

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