LA BIOGRAFIA

James Douglas Morrison è nato l'8 Dicembre 1943 a Melbourne in Florida, vicino a Cape Canaveral. Suo padre, George Stephen Morrison, era un ufficiale di carriera della Marina Americana ed era appena ritornato da una missione di posatura di mine nel Pacifico.
Dopo la nascita di Jim, suo padre ritornò in guerra per prendere parte alla riconquista delle isole dai Giapponesi lanciando missili da una postazione aerea. Per i tre anni successivi, Jim passò la vita con sua madre, Clara, vivendo con i nonni paterni a Clearwater, nel Golfo del Messico.
I nonni di Jim erano originari della Georgia e insistettero perché i buoni usi del Sud fossero inculcati nel bambino fin dalla più tenera età.
Nel 1946, un anno dopo la fine della guerra, Steve (il padre) ritornò e fu mandato per lavoro a Washington DC per sei mesi. Clara, sollevata dal potersi separare dai soffocanti genitori di Steve, accompagnò il marito portando Jim con sé. Dopo Washington, Steve fu mandato a Albuquerque nel Nuovo Messico, come istruttore, in un programma sulle armi atomiche. Mentre erano ad Albuquerque, Clara dette alla luce il suo secondo figlio, Anna, dando una sorellina a Jim.

Mentre viaggiava in macchina con genitori e nonni nel tratto di strada di circa 60 miglia tra Santa Fe e Albuquerque, Jim fu testimone di un fatto che poi avrebbe descritto come “il più importante della mia vita”.
Capitarono per caso dopo un incidente stradale che aveva coinvolto un camion di indiani. Molti erano gravemente feriti. Jim ricordò in seguito “io avrò avuto quattro o cinque anni e non so se avevo mai visto un film e improvvisamente c'erano tutti questi pellerossa e erano stesi per tutta la strada e sanguinavano a morte. Io ero solo un bambino, e mi hanno fatto stare nella macchina mentre mio padre e mio nonno sono tornati indietro a vedere.
Non vedevo niente - tutto quello che ho visto è stato uno strano colore rosso e gente intorno, ma sapevo che qualcosa stava succedendo perché percepivo le vibrazioni della gente intorno a me perchè erano i miei parenti e li conoscevo bene, e tutto d'un colpo capii che loro non avevano idea di quello che stava succedendo più di quanto ne avessi io.
Quella fu la prima volta in cui ho sperimentato la paura, l'anima dei fantasmi di quegli indiani morti - forse uno o due di loro - che erano proprio lì intorno folleggiando e mi arrivarono nell'anima e io ero lì come una spugna, pronto a stare fermo e ad assorbirli.... non è una storia di fantasmi, è qualcosa che per me ha un significato profondo”.

Successivamente, anche nel periodo maturo della sua vita, Jim dichiarò sempre di essere posseduto dallo spirito di un antico uomo della medicina indiana, uno Sciamano.
Se sia vero che questa esperienza è alla base dell’idea che da uno stregone derivi la sua forza interiore può naturalmente essere discutibile, ma è probabile che vedere la scena di una tale carneficina abbia lasciato una forte impressione nel bambino.
Jim non ha mai dimenticato la tragedia e l’incidente lo ha ossessionato per molto tempo, anche se suo padre, disperato, alla fine gli disse che non era mai successo niente, che era stato un sogno.
A sette anni Jim fu di nuovo sradicato perché i Morrison tornarono a Washington per un anno. Nel 1952 Steve fu spedito in Corea e il resto della famiglia si stabilì a Claremont, in California, per 2 anni. Quando Steve ritornò, la famiglia andò di nuovo ad Albuquerque per due anni ancora e poi si spostò ad Alameda nella California del Nord - una piccola isola nella baia di San Francisco che era sede della più grossa base navale americana nel mondo. Fu qui che Jim incominciò le scuole superiori, come allievo dell'Alameda High. Qui Jim dimostrò di essere un ragazzo intelligente ed un avido lettore, sebbene con attitudini ribelli.

Diciotto mesi dopo, il padre di Jim fu di nuovo mandato a Washington e la famiglia si spostò ad Alexandria, in Virginia dove affittarono una grande casa elegante nel quartiere residenziale della classe borghese nelle vicinanze di Braddocks Heights e Jim venne iscritto alla scuola superiore George Washington, dove sarebbe rimasto per tre anni. I risultati di Jim furono straordinariamente buoni, con notevole sorpresa degli insegnanti e dei compagni di scuola.
Il suo comportamento oscillava dal sorprendentemente cattivo al più che buono con maniere eccellenti. Odiava l'autorità e la sfidava continuamente. I genitori trovavano sempre più difficile controllarlo, si scontravano continuamente con la lunghezza dei suoi capelli e con il suo modo di vestire.
Jim cominciò anche a tenere un diario e sviluppò interesse per la poesia e per la letteratura. Nelle sue note quotidiane avrebbe scritto meticolosamente osservazioni varie, opinioni e pensieri assieme ad abbozzi della propria poesia. Una gran parte di questo lavoro ha fornito ispirazione e idee per molte delle prime canzoni dei Doors.
Il suo insegnante di letteratura disse una volta al biografo Jerry Hopkins: “Jim leggeva quanto e forse più dí qualunque altro studente della sua classe. Ma tutto era così strambo che ho visto un altro degli insegnanti andare alla biblioteca del Congresso per verificare se i libri che Jim dichiarava di leggere esistessero davvero. Io sospettai che se li inventasse, visto che erano libri inglesi di demonologia del sedicesimo e diciassettesimo secolo. Io non li avevo mai sentiti nominare, ma esistevano e, dalle note che scriveva lui, penso che li abbia letti e la Biblioteca del Congresso era l’unico posto dove potevano essere.”

Gli altri interessi di Jim erano la pittura - voleva diventare un artista - e il blues.
Di notte, andava di nascosto nelle bettole vicino a Fort Belvoir per ascoltare i suonatori negri di blues. A suo tempo dichiarò di odiare il rock & roll e ascoltò incessantemente dischi di blues nella sua stanza. La sua passione per il blues era superata solo dal suo amore per la poesia. Idolatrava Blake, Rimbaud, Kerouak e Baudelaire e leggeva le loro opere voracemente.

Un giorno disse al “ROLLING STONES”: “ho preso un sacco di appunti durante le scuole superiori e al College e poi, quando ho lasciato la scuola li ho buttati via tutti per qualche futile ragione - o magari era valida. Ci sono poche cose che vorrei avere oggi come quei due o tre libretti di appunti che ho perso. Ho perfìn pensato di farmi ipnotizzare o di prendere il pentotal per cercare di ricordare, perché avevo scritto tanti appunti in quei libretti, notte dopo notte.
Ma può anche darsi che se non li avessi buttati via non avrei mai scritto niente di originale perché erano principalmente accumulazioni di cose che avevo letto o ascoltato, tipo citazioni da libri. Penso che se non mi fossi liberato di loro non sarei mai stato libero”
.

Jim non aveva mai dato molto peso a quello che avrebbe fatto dopo il diploma alla George Washington High. I suoi genitori avevano insistito perchè si iscrivesse al Saint Petersburg Junior College in Florida. Gli avevano anche organizzato una permanenza con i nonni a Clearwater mentre frequentava il College. Inizialmente Jim era perplesso e lo dichiarò, però poi piano piano cominciò a vedere questa possibilità come una maniera di liberarsi dalle restrizioni imposte dai suoi genitori. Alla fine disse di si e si spostò in Florida mentre la famiglia Morrison si spostava di nuovo anche lei a San Diego, in California.


Jim ritornò a casa dalla famiglia nelle vacanze di primavera e annunciò ai suoi genitori scioccati che stava pensando di trasferirsi all’UCLA (l’Università della California a Los Angeles) a studiare cinema. I genitori erano contrari per una serie di ragioni. Prima di tutto consideravano quell'Università esageratamente libera e poi, conoscendo le tendenze anarchiche di Jim, erano preoccupati che questo suo lato selvaggio sfuggisse al controllo nella pericolosa Los Angeles, la città del sesso e della droga. Proibirono ufficialmente l'iniziativa e lo scortarono al primo aereo diretto in Florida.
Dopo un po' però i genitori, benché incapaci di autorizzare formalmente il suo trasferimento all'UCLA, avevano smesso di condannare completamente l'iniziativa cosicché Jim poté passare l'inizio del 1964 a Los Angeles, iscrivendosi all'Università nella facoltà di Arti Teatrali. Soldi però i genitori non gliene davano così dovette usare quelli che aveva messo da parte in una assicurazione che suo padre gli aveva predisposto quando era bambino.
Fatto questo cominciò a cercarsi un posto per vivere. Alla fine trovò un piccolo appartamento vicino al Campus dell'università.

Si immerse in quell'Università liberale con tutte le sue forze. Gli piacevano le lezioni e passava ore a leggere nelle biblioteche oppure in compagnia di poeti, scrittori, artisti e musicisti, mangiando a volte in ristoranti messicani. L'atmosfera non era però l'unica cosa che Jim stava assorbendo e il suo consumo di alcol crebbe enormemente insieme alla esplorazione di bettole e bar malfamati. Fumò marijuana e ingoiò LSD assieme ad altri studenti e ricominciò a scrivere il suo diario.
Dopo un po' di tempo, le sue irregolari abitudini alimentari e l'assunzione continua di LSD lo avevano trasformato in un bel tenebroso, magro e giovane, con un volto perfettamente scolpito, occhi magnetici e capelli i cui riccioli pesanti scendevano più giù delle spalle. Si era messo a portare jeans stretti e magliette bianche e aveva una certa capacità di sembrare sexy e seducente. Benché la maggior parte dei suoi colleghi lo ricordasse come un tipo riservato e timido, Jim riusciva a lasciare una traccia.
La sua cerchia di amici includeva alcuni dei più selvaggi e radicali elementi della scuola di cinema e con quattro di loro stabilì legami sempre più forti: Dennis Jackob, John Da Bella, Phil Oleno e Felix Venable. Anche rispetto allo standard di tolleranza dell'Università, questi cinque risultavano apertamente radicali, bellicosi e ribelli così come decisamente intellettuali.


Fu con Dennis, più adulto di lui che Jim discusse infinitamente il lavoro del filosofo tedesco Nietzsche. Era particolarmente impressionato da Dioniso.
Durante una di queste discussioni Jim citò la frase immortale di Blake “se le porte della percezione venissero aperte tutto apparirebbe all'uomo per quel che è veramente, cioè infinito”, che Adoiph Huxley utilizzò poi nel titolo del suo libro “Le porte della percezione”. Folgorato dall'idea, Jim disse che lui e John avrebbero dovuto formare un duo e chiamarsi “the Doors (le porte): aperte e chiuse”. L'idea non andò oltre la fase di un discorso fra ubriachi.
John Da Bella iniziò Jim allo studio dello sciamanesimo e il soggetto lo affascinò. Michael Harner scrisse in “La via dello Sciamano”: “con i suoi eroici sforzi lo Sciamano aiuta i suoi pazienti a trascendere la realtà ordinaria, compresa la percezione di se stessi. Lo Sciamano mostra ai suoi ascoltatori che non sono emozionalmente e spiritualmente soli nella loro lotta contro la malattia e la morte. Lo Sciamano mette a disposizione i suoi poteri e convince profondamente questa gente che un altro essere umano è pronto ad offrire se stesso per aiutarla. In particolare nel West, certi studenti hanno dimostrato molte volte di poter facilmente essere iniziati alle basi fondamentali di questo rituale. Il metodo tradizionale antico è così potente e entra così profondamente nella mente umana che le abituali attitudini culturali, sistemi e convinzioni sulla realtà diventano essenzialmente irrilevanti”.


Felix Venable era, a trentaquattro anni, lo studente più anziano della Scuola di Cinema ed ebbe una grande influenza sul giovane Jim. Era ribelle, litigioso e enigmatico. La sua inclinazione per gli stravizi e per le droghe era leggendaria e non ci volle molto perché anche Jim cadesse sotto questa, qualcuno dice, diabolica influenza bevendo enormi quantità di alcol e ingoiando tutti gli allucinogeni su cui riusciva a mettere le mani. Jim trovava Felix affascinante e, in qualche modo, affine.
Altri amici ricordano che Jim sembrò cambiare rapidamente dopo essersi associato con Felix. Diventò dissero, fuori controllo, aggressivo e generalmente troppo frastornato da sbornie o droghe per capire bene quel che stava facendo. Sembrava più interessato a far bravate, tentare imprese coraggiose e in generale a esibirsi che non a quel che veramente succedeva intorno a lui. Ad essere sinceri, droghe come la marijuana e l'LSD non erano considerate a quel tempo né illegali né pericolose. Comunque, la tendenza di Jim all'uso di queste sostanze divenne rapidamente qualcosa di più di una esplorazione giovanile trasformandosi in una dipendenza che compensava la sua naturale timidezza e la sua mancanza di fiducia in se stesso. Con sbornie e droga lui si sentiva espansivo, spiritoso, intelligente, diverso e coraggioso, un membro di un circolo esclusivo. Era capace di essere infantilmente sgradevole e crudele sia con gli amici sia verso gli sconosciuti. Droghe e alcol, forse più l'alcol, tiravano fuori il lato oscuro di Jim Morrison materializzandosi in un'altalena di momenti di depressione e di euforia irrazionali, sensazione che a lui piaceva.
Cominciò a fare esperimenti con differenti cocktail di droghe, arrivando addirittura a rubare la borsa di un dottore e assumere tutte le medicine che vi erano dentro!
Felix, come lui, era sulla via dell'autodistruzione. Sparì misteriosamente un giorno dall'UCLA e fu trovato morto qualche anno dopo stroncato dalla droga e dall'alcol. Nei suoi diari Jim aveva trascritto pezzi della sua psiche e aveva annotato le proprie esperienze per cui rapidamente si ritrovò con centinaia di annotazioni piene di considerazioni fatte sotto l'effetto della droga, più note di altro genere e qualche riga di poesia. Il sesso, la morte e la violenza prevalevano.
Quattro anni dopo Simon and Shuster pubblicarono parte di queste annotazioni con il titolo “The Lords (gli Del): appunti presi da visioni” mentre il grosso di quel che non fu pubblicato fu poi utilizzato nelle canzoni dei Doors.


Alla fine dei 1964 il capitano Steve Morrison lasciò il posto alla Bon Homme Richard e partì per Londra dove doveva lavorare ai Quartieri Generali della Marina Americana in Europa. Prima di questo trasferimento se ne andò un pò sulla Costa Ovest (West Coast) per stare con la sua famiglia. Jim li raggiunse a Natale e questa fu, secondo quanto si dice, l’ultima volta che vide i suoi genitori. Avrebbe detto in seguito che erano morti, per ragioni a lui ben note.


Ray Manczarek (nome poi accorciato in Manzarek per facilità di pronuncia) era un amico di John Da Bella. Aveva preso un diploma in economia alla De Paul University e si era trasferito all’UCLA per studiare legge. Dopo sole due settimane decise che legge era un soggetto di piombo e passò alla Scuola di Cinema, studiando cinematografia. I nuovi studi vennero improvvisamente interrotti nel dicembre del 1961 per una delusione d’amore dopo la quale, per ripicca se ne andò nell’esercito degli Stati Uniti.
Sbolliti gli umori, Ray capì l’errore che aveva fatto e cercò per tutto l’anno successivo di ottenere un congedo rapido. Alla fine ci riuscì dicendo a uno psichiatra dell’esercito che stava seriamente diventando omosessuale.
Nei primi anni sessanta una cosa così era l’equivalente di un tradimento e tu congedato al volo, il che gli consentì di continuare il suo corso all’UCLA che, per caso, era lo stesso corso in cui era entrato Jim Morrison.


Jim conobbe Ray a scuola e aveva già segretamente ammirato la sua decisione di riprendere se stesso e la sua ragazza Dorothy Fujikawa nudi nella doccia e il suo successivo rifiuto di inserire la scena in uno dei suoi film.
Jim era anche andato, assieme ad amici ad ascoltare Ray e il suo complesso. Il complesso si chiamava “Rick and the Ravens” ed era formato da Ray, dai suoi due fratelli Rick e Jim e da altri tre, e suonava regolarmente al “Turkey Joint West” di Santa Monica, a pochi metri dalla spiaggia. Ray faceva il cantante sotto lo pseudonimo di Screaming Ray Daniels e nella maggior parte delle notti di fine settimana il gruppo “Money”, “Lonie Lonie”, “Hoochie Coochie man”, e “I know what you need”. Il posticino era sempre frequentato da una folla universitaria
e spesso più di venti spettatori saltavano sul palco, ballando e cantando insieme alle canzoni. Una volta anche Jim saltò sul palco suonando il tamburello e battendo il tempo con le mani, tra gli applausi tumultuosi dei suoi amici della scuola di cinema.


Poco tempo dopo Ray chiede a Jim di dargli una mano per un problema. “Rick and the Ravens” avevano un contratto per fare da supporter a Sonny and Cher ad un concerto e, proprio sul più bello, uno dei componenti del complesso se n’era andato. Secondo il contratto, Ray era obbligato a fornire sei musicisti o non sarebbe stato pagato. Benché non suonasse niente Jim accettò e comparve in un lato del palcoscenico con una chitarra elettrica appesa al collo. La chitarra non era né accesa né collegata agli amplificatori e Jim pece la sceneggiata, incassando la paga alla fine della sera. Disse poi che questo era stato il denaro più facile che avesse mai guadagnato.


All’avvicinarsi della laurea, Jim pensò al suo futuro . Disse ai suoi amici dell’UCLA che intendeva andare a New York e invece rimase a Los Angeles a cercarsi un lavoro. La sua ricerca era proseguire quella carriera fu breve.
Poche settimane dopo aver lasciato l’UCLA scoprì che aveva perso il permesso di congedo per motivi di studio ed stato arruolato come A1 nell’esercito. Questo voleva dire che era soggetto alla chiamata in qualunque momento.
Nel disperato tentativo di evitare il problema si riscrisse per diverse volte all’UCLA e partì rapidamente per Venice con Dennis Jackob e Felix Venable.


Venice era un postazione ideale per Jim e passò l’estate sulla spiaggia circondato dalla artistica comunità Hippy che popolava la zona. Le droghe circolavano abbondantemente e Jim aprì la sua mente con l’acido e si addolcì con sbronze e erba. In più, il tiepido sole gli fece sembrare il posto un paradiso terrestre. Si trovò rapidamente una casa in una soffitta sopra un magazzino abbandonato, di fianco a un canale. Aveva solo una coperta per scaldarsi e come luce usava candele. Il suo consumo di droghe aumentò ancora e il suo lavoro divenne prolifico, rispecchiando i suoi pensieri di solitudine, amore e paura.


E’ stato in questo periodo di dura povertà che molte delle canzoni che avrebbero formato i primi due album dei Doors furono concepite e scritte proprio le canzoni che avrebbero influenzato la vita di generazioni di fans. Jim ebbe poi a rivelare: “la nascita del rock & roll è coincisa con la mia adolescenza, con la mia capacità di cominciare a capire. E’ stato un vero innesco, benché al momento io non potessi neanche immaginare razionalmente di riuscire a farlo con le mie sole forze. Penso che a quel tempo io stessi semplicemente accumulando inconsciamente capacità e forza. Il mio subconscio aveva già predisposto le cose. Io non ci pensavo neanche. Era semplicemente già scritto. Sono stato spettatore di un intero evento musicale con un complesso, con cantanti e con pubblico, un grosso pubblico. Quelle prime cinque o sei canzoni che o scritto, beh stavo solo pensando ad un immaginario concerto rock che si svolgeva nella mia mente. Però, una volta che le canzoni erano state scritte dovevo pur cantarle. Nei fatti, penso che per prima cosa mi è venuta in mente la musica e poi ci ho messo delle parole che andassero d’accordo con la melodia, con un certo tipo di armonia. Le ho ascoltate e, dato che non ho mai potuto scriverle musicalmente l’unica maniera che avevo per ricordarmele era provare a metterci delle parole insieme. E tante volte mi è capitato di ricordarmi solo le parole e di dimenticarmi la melodia".


Il bello, mistico sciamano che calò dalla soffitta non sembrava per niente il Jim Morrison dei primi tempi. Era diventato ancora più magro, i suoi capelli erano lunghi e i suoi occhi neri riflettevano una forte fiducia in se stesso. Una fiducia che non c’era prima di essere consolidata dal profondo, quando cominciò a capire, o a credere, che la musica poteva davvero diventare il veicolo per una nuova religione, con lui nella posizione di alto prelato.


Jim discusse il concetto con Dennis Jackob, spingendosi fino al punto di cercare un nome per il complesso. Gli piaceva il nome “the Doors”, idea che aveva derivato dai concetti di Blake. Dennis era interessato, ma non riusciva ad immaginare come l’idea potesse avere un fututuo dato che Jim diceva che non era capace di cantare e che Dennis non era per niente un musicista. Alla fine però, un incontro casuale sulla spiaggia di Venice mise Jim in condizioni di trasformare i sogni in realtà.


Nell’Agosto del 1965, Jim incontrò Ray Manczarek che viveva a Venice, sulla spiaggia a Sud di Santa Monica, assieme alla sua ragazza, Dorothy.
Quando Jim gli disse che voleva chiamare il suo complesso the Doors, Ray fu impressionato in particolare per la relazione che il nome aveva con l’affermazione di Blake “se le porte della percezione fossero davvero aperte, gli uomini potrebbero vedere le cose come sono davvero: infinite”. Ray usava parecchie droghe psichedeliche anche lui e l’idea di usare un nome associabile al libro di Adolph Huxley “le porte della percezione”, che era un anticipo delle sue esperienze con la mescalina, gli piaceva da matti. Acutamente, l’ultimo paragrafo del libro di Huxley recita: “ma l’uomo che ritorna attraverso la Porta del Muro non sarà mai lo stesso uomo che ne era uscito. Sarà più saggio e meno arrogante, più felice ma meno soddisfatto in senso materiale poiché conscio della propria ignoranza ma comunque meglio attrezzato per capire la connessione tra le parole e i fatti, del ragionamento sistematico con l’imponderabile che lui cerca, che è stato difficile capire, da sempre.”


Sia Ray che Jim stavano per intraprendere un viaggio che li avrebbe portati faccia a faccia con la “porta”. Ray si sarebbe accontentato di guardarla, ma Jim voleva andare più là. Presto avrebbe toccato la maniglia della “Porta” e immediatamente sarebbe diventato qualcosa di più di un buon cantante, sarebbe diventato un rappresentante di un’intera generazione e un originale ribelle del rock & roll. Appena decise di andare verso la “porta”, era già una leggenda.


Benché Jim e Ray fossero decisamente diversi, al punto da sembrare opposti, Ray pensava che la giusta posizione nei confronti delle Grandi Questioni della vita fosse da ricercare nello studio e nella pratica della meditazione trascendentale, mente Jim era convinto che la via alla conoscenza superiore stesse nello sciamanismo (stregoneria) e in un forte uso di droghe psichedeliche.
Ray fu abile abbastanza per capire che razza di impatto le liriche di Jim avrebbero avuto se lui fosse stato capace di scrivere le musiche giuste. Inoltre stava sviluppando una forte simpatia per Jim e, alla fine, gli chiese di andare da lui, con Dorothy. Dorothy lavorava tutto il giorno, il che permetteva a Ray e Jim di stare in pace e costruire le loro canzoni. Jim disse di sì e cominciarono a lavorare. La prima cosa fu lavorare sulle capacità vocali di Jim. Benché la voce fosse debole, cantava bene e Ray pensò che questa debolezza di voce potesse essere solo una questione di timidezza. Credeva anche che, se anche solo un pò della personalità enigmatica di Jim fosse stata comunicata ad un pubblico assieme alla vice, ci sarebbero stati affari d’oro. Di conseguenza Ray lavorò alla voce di Jim per settimane senza trascurare di creare le musiche di accompagnamento, impegnandosi ore e ore al giorno. Jim era molto realista e inizialmente considerava l’idea di dare una musica alla sua povera voce, terribilmente imbarazzante. In ogni caso, dopo settimane di incoraggiamento e influenza da parte di Ray cominciò a rilassarsi benché non arrivasse mai a considerare semplice esibirsi davanti ad un pubblico.


Dopo due settimane, Ray ebbe l’impressione che erano abbastanza allenati per presentare Jim al resto del complesso “Rick and the Ravens”. Andarono a casa dei genitori di Ray a Manhattan Beach e Ray disse ai suoi fratelli che Jim sarebbe stato il loro nuovo cantante. Rick e Jim Manzarek non mostrarono lo stesso entusiasmo di Ray né avevano gli stessi piani e non vedevano nessun potenziale né in Jim né nelle sue liriche. Comunque si mostrarono d’accordo nel cercare di lavorare con lui anche se pensavano che la cosa fosse destinata a durare ben poso. Di fatto, per un pò si tennero lo scetticismo dentro.

Rick and the Ravens erano, a quel tempo, costituiti dai tre fratelli Manzarek, Jim (all’armonica), Rick (alla chitarra) e Ray (alle tastiere) con Jim come cantante. Gli mancavano un basso e un batterista, dato che prima, in questi ruoli avevano usato la gente disponibile a seconda del momento, tutte le volte che avevano una esibizione.
Ray capì subito che se volevano costituire un complesso ragionevolmente commerciale avevano bisogno di una sezione ritmica permanente.
Fu proprio in questo periodo che Ray incontrò John Densmore al Centro di Meditazione Maharishi Yogi della Terza Strada. Ray aveva discusso in questo centro il suo progetto di formare un gruppo rock, proprio mentre John Densmore stava cercando di fare il batterista. Ray spiegò a John la storia e gli chiese se avrebbe voluto fare il batterista in un complesso che non aveva ancora un batterista e John ci saltò dentro al volo.
John aveva vent’anni e viveva ancora con i suoi. Si stava diplomando in musica al College e benché gli piacesse molto cominciò ad avere seri dubbi sul fatto di riuscire a mantenersi suonando. Anche se aveva una specie di accordo con dei complessi, cercava sempre di procurarsi qualcosa di più sicuro, quindi acconsentì alla proposta di Ray. John Densmore scrisse a proposito del suo primo incontro, nella sua autobiografia “Cavalieri del Nubifragio”: “Lui (Ray) mi invitò giù dai suoi a Manhattan Beach, per suonare. Io entrai dalla porta della casa sulla spiaggia, proprio in tempo per sentire i suoi genitori criticare il suo modo di vivere con una ragazza giapponese. Mi fermai un attimo e dirottai sul garage. Stava arrivando Ray con le sue cose da spiaggia e un fiorellino nel costume da bagno. Si comportò amichevolmente. Con buona disposizione d’animo apprezzai i suoi occhiali senza montatura, che mi sembrarono all’ultima moda, molto intellettuali. Mi presentò i suoi due fratelli, Rick il chitarrista e Jim l’armonicista. Il complesso si chiamava Rick and the Ravens.
Il ventunenne Morrison era timido. Mi disse ciao e si ritirò nel suo angolo. Mi sembrò che si sentisse a disagio con i musicisti dato che non suonava niente. Mentre Morrison se ne andava mestamente verso il garage a prendersi una brirra Ray mi sogghignò come un orgoglioso fratello maggiore e mi passò un pezzo di carta spiegazzata”.
Su quel pezzo di carta c’erano alcune liriche di Jim da cui sarebbe derivato il singolo “Break on Through” e John cominciò subito a mettere un pò di ritmo sulle indicazioni di basso che Ray aveva già tracciato.
Jim Manzarek si unì con l’armonica e così fece Rick con una chitarra molto sfumata. Dopo poco, Jim Morrison cominciò a cantare timidamente i primi versi e la prima cosa che colpì John fu l’incredibile fascino del cantante unito alla sua impressionante serietà. Cantava guardando il muro, incapace di guardare qualunque altro musicista negli occhi e, benché John trovasse Jim un pò strambo, la prova finì su una nota alta e Jim disse che potevano provare di nuovo per vedere fino a che punto si poteva arrivare.


Dopo una quindicina di giorni il complesso registrò sei demo ai World Pacific Studios.
Per un certo periodo Rick and the Ravens erano stai sotto contratto con l’Aura Records. L’accordo però si era dimostrato poco proficuo per entrambe le parti. L’Aura aveva pubblicato un singolo che era prontamente affondato senza lasciare traccia e non si sentiva di spendere altri soldi per pubblicare un altro disco del complesso. Come compensazione offrì al complesso l’uso gratuito dello studio per un pò di tempo e Ray decise che era ora di usarlo.
In tre ore, spesso usando solo una o due piste, il gruppo aveva registrato sei pezzi che includevano “Moonlight drive”, “Hello I love you”, “Summer’s almost gone”, “My eyes have seen you”, “End of the night” e “Go insane”.
A questo punto il gruppo era composto dai tre fratelli Manzarek più Jim, John e una anonima ragazza che suonava il basso. Le registrazioni erano organizzate e dirette dal proprietario dello studio, intimo amico di Ray, Dick Bock. Il complesso lasciò lo studio con in mano un acetato che conteneva le rozze registrazioni delle sei canzoni.
Il passo successivo era cercare e trovare un contratto sfruttando il primo disco e a questo scopo presentarono il materiale a tutti i più importanti livelli del settore nella West Coast.
I vari responsabili furono concordi nel giudicare il lavoro orribile. Nessuno capiva il potenziale che stava dietro a questo primo esperimento. I gruppi più fortunati nella West Coast del 1965 erano i divertenti Beach Boys e i Mamas and Papas dedicati a cospargere il mondo di pace e amore. Secondo i criteri musicali delle compagnie lo scuro messaggio dei Doors non era accettabile per cui furono respinti da tutte le Case Musicali, situazione peraltro capitata alla maggior Parte dei complessi veramente grandi.
Benché la maggior parte delle Case Musicali avesse dunque deciso di trascurare i Doors c’era un uomo che, se non convinto, era almeno colpito dalla loro musica ed era curioso di conoscerli meglio. Si chiamava Billy James, ed era stato a New York come responsabile della pubblicità di Bob Dylan alla Columbia Records. Dopo essersi trasferito nella West Coast nel 1963, rimase con la Columbia ma gli fu dato l’incarico di trovare e sviluppare nuovi talenti.
Jim, Ray, John, e Dorothy andarono a trovarlo un pomeriggio e gli sottoposero l’acetato. Billy fu subito colpito dalle liriche di Jim e dalla cruda, semplice anima di quella musica. Lo impressionò anche il gruppo in se stesso per il modo spontaneo di comportarsi e per le idee chiare che i suoi componenti avevano su cosa volevano e dove volevano arrivare. Billy però non era completamente sicuro delle sue possibilità di tirar fuori il meglio dal complesso perché era relativamente poco esperto di Studio. Pensò che se avesse potuto trovare un altro produttore della Columbia interessato a quel complesso, lo avrebbe potuto davvero lanciare. Era anche abbastanza scafato da capire che la cosa non sarebbe stata facile e così offrì loro un contratto per cinque anni e mezzo in cui la decisione finale sarebbe stata presa dopo un primo periodo di sei mesi. Durante questo periodo la Columbia doveva produrre un minimo di quattro facciate di cui almeno due pubblicate. Incoraggiati da questo fatto Ray e John erano determinati a mettere un pò di brio nella banda. Jim preferì lasciare le decisioni musicali a Ray.
Dopo che Rick Manzarek se ne andò, risultò evidente che il gruppo avrebbe avuto bisogno di un altro chitarrista e anche di un bassista. Cominciò la ricerca. Su suggerimento di John, provarono un altro ex-membro degli Psychedelic Rangers, Robbie Krieger. Leggero, con vaghi occhi verdi e capelli ricci prematuramente radi Robby aveva incontrato Ray al Centro di Meditazione e fu subito interessato quando John lo chiamò dicendogli che aveva bisogno di un chitarrista. Aveva sentito parlare molto dei Doors da John che aveva citato spesso il loro cantante pazzo e selvatico, Jim Morrison. John suggerì che lui e Jim si incontrassero a casa di Robby, alle Palisades, per vedere se trovava possibile lavorare con un cantante così poco convenzionale.


La preoccupazione di John, che Robby potesse trovare Jim troppo estremo, era comunque infondata perché la coppia si trovò subito bene. Robby acconsentì a lavorare con il gruppo nelle prove che si tenevano adesso in un garage dietro la stazione dei pullman di Santa Monica.
Ray disse in seguito: “Robby si presentò con la chitarra e un collo di bottiglia e appena mise quel vetro sul dito e cominciò a suonare facendo boiiing io dissi: che suono! E’ incredibile! Questo è il sound dei Doors. La prima canzone che suonammo fu “Moonlight drive” perché non aveva tanti accordi e alla fine io dissi: “questa è forte, è la più bella esperienza musicale che abbia mai avuto. Eravamo un pò troppo alti, però andava...bene, andava bene fin dall’inizio. La formula, la chimica erano giuste, c’eravamo io, John e Robby con la nostra placidità, bilanciati dalle tendenze Dionisiache di Jim. Era una cosa spontanea - non poteva fallire. Pensai, ci siamo, ce la faremo. Faremo una grande musica e piacerà alla gente”.


La ricerca del bassista invece si mostrò più difficile del previsto e allora Ray si procurò un basso a tastiera Fender Rhodes eliminando la necessità del bassista. Ray rivelò su Modern Keyboard: “ho sempre pensato che avevamo bisogno di qualcuno alla base perché non riuscivo a farlo io con il Vox Continental che suonavo. Inoltre non abbiamo mai trovato un bassista con cui volessimo lavorare. I bassisti suonano sempre troppo. Nessun bassista voleva suonare come volevamo noi, in modo sparso e ipnotico, poi, mentre un giorno ci stavamo esibendo in qualche posto per avere un contratto - e non ci siamo riusciti perché eravamo troppo strambi - notammo che il complesso di casa aveva uno strumento chiamato Fender Rhodes montato sopra un organo Vox Continental come il mio. Io spensi l’amplificatore, suonai qualcosa e capii che era un basso a tastiera. Visto questo dissi: “eccolo qui, è lui. Abbiamo trovato il bassista”.
Il nucleo del gruppo adesso era completo e si radunava ogni giorno per creare il sound dei Doors. Qualche volta il gruppo suonava ad un matrimonio e Ray faceva il cantante in “Louie Louie” e in “Gloria”. Jim non aveva superato la sua timidezza e le rare volte che cantava lo faceva voltando la schiena al pubblico o con gli occhi strettamente chiusi.
Più o meno in questo periodo Jim incontrò ed entrò in confidenza con la diciannovenne Pamela Courson. Lei aveva l’aspetto di una delicata figurina di porcellana, snella come una piuma con bei capelli lunghi e rossi che le scendevano oltre le spalle. La carnagione era pallida e lentigginosa e i suoi occhi straordinariamente grandi, le conferivano un vulnerabile aspetto da cerbiatta. Era nata il 22 Dicembre del 1946 a Weed in California e suo padre era stato pilota della Marina come quello di Jim ma adesso era preside di una scuola superiore nella contea di Orange. Pamela aveva lasciato la scuola d’arte proprio poco prima di incontrare Jim e fu rapidamente affascinata da lui. Lui le insegnò la filosofia e lesi incoraggiò la sua poesia. Questo fu l’inizio di una relazione che, benché a volte burrascosa, sarebbe stata la più stabile nella vita di Jim.


Il contratto che stipularono con il cosiddetto Mr. James fu discutibile. Guadagnavano dieci dollari per notte dal giovedì alla domenica suonando cinque sessioni per volta dalle 21 alle 2 con un quarto d’ora di riposo tra una sessione e l’altra. La clientela consisteva principalmente di drogati, marinai, turisti occasionali e poco altro e benché l’atmosfera facesse al complesso un effetto deprimente il posto forniva una eccellente opportunità per sperimentare di tutto. Fornì anche al reticente Jim quella pratica in abilità di scena di cui aveva tanto bisogno.
All’inizio, Jim continuava a insistere per cantare con la schiena al pubblico, come prima, ma senza che passasse molto tempo si fece coraggio e cominciò a dirigere le sue energie verso il pubblico, apprezzando la propria crescente capacità di manipolarlo con la propria azione.
In un mese, il gruppo era riuscito a mettere in repertorio 25 canzoni ma la Columbia non si faceva sentire. Ci fu un fugace momento di speranza e sollievo quando un produttore, Larry Marks, andò al Fog una notte e si presentò al gruppo; però, dopo, non si fece mai più vedere. Sebbene Billy James continuasse ad essere entusiasta del gruppo, non riusciva a convincere nessun produttore della Columbia a portare il complesso in studio e nessuno degli altri responsabili considerava il gruppo un affare commerciale. Di conseguenza, Billy James ricevette una lettera in cui la compagnia lo informava che non avrebbe sfruttato l’opzione di avere i Doors come complesso. Il gruppo doveva essere tolto dal cartello. James non aveva spiegato la cosa al gruppo perché era davvero convinto che sarebbe rimasto sei mesi pieni in cartello e a quel punto, se cancellato, sarebbe stato pagato 1000 dollari come indennizzo per la cancellazione.


John decise di fare una visita a James per cercare di capire perché la compagnia discografica fosse così ferma e, entrato nel suo ufficio alla Columbia riuscì a sbirciare la lettera sulla scrivania del dirigente. Il cuore di John affondò, poi fece le sue scuse e se ne andò.
Quella stessa notte al Fog spiegò agli altri cosa aveva visto. Tutti ne furono profondamente delusi e suonarono da cani. Più tardi, nella stessa notte, si riunirono per fare il punto sulle implicazioni della cattivissima notizia che avevano ricevuto da John.
Arrivarono alla conclusione che, benché certamente deprimente, il fatto che la compagnia non avesse capito cosa stavano cercando di fare alla fine poteva perfino essere meglio di loro.
Il giorno dopo chiamarono James e gli chiesero di essere ufficialmente liberati dal contratto. Nonostante le insistenze di James che consigliava di restare sotto contratto per i sei mesi in modo da poter prendere i 1000 dollari (di cui avevano disperato bisogno), rifiutarono.
Un paio di giorni dopo erano legalmente liberi e la Columbia aveva perso i Doors.
Appena dopo il colpo di essere stai mandati via dalla Columbia, furono anche scaricati dal London Fog. Una sera scoppiò una rissa tra alcuni ubriachi e Joey, il buttafuori del locale, e l’incidente fu sfruttato come scusa per liberarsi del complesso. Questa ulteriore botta avrebbe probabilmente distrutto i Doors se non fosse intervenuta per caso e al momento giusto Ronnie Haran, la graziosa cercatrice di talenti per il più prestigioso rock club di Los Angeles, il leggendario Whisky.
Jim aveva incontrato Ronnie al Whisky diverse volte per cercare di convincerla a ingaggiare i Doors. Pochi minuti dopo essere stati licenziati dal Fog, la videro arrivare per ascoltarli e la videro interessata. John Densmore disse più tardi: “Ronnie aveva un orecchio per il talento e un occhio per l’amante”.
Nella sua mente, il resto del gruppo era adeguato ma il cantante era tutto quello che una rock star deve essere. Talento puro. Un Adone col microfono. Doveva farlo suo. Haran era rimasta così colpita da Jim che manovrò per convincere Elmer Valentine, uno dei soci del club, ad assumere i Doors come complesso del locale, anche senza audizione e facendo questo dette ad Doors il loro primo importante risultato. Il gruppo passò da una paga di 10 dollari a notte alla paga stabile di 135 dollari a testa alla settimana mentre Ronnie cominciò a lavorare all’immagine di Jim vestendolo con magliette o maglioni dolce vita. Gli suggerì anche di non mettere le mutande in scena, per ragioni che lasciamo alla vostra immaginazione.


Tra il maggio e il luglio del 1966, i Doors fecero da supporto a gruppi come The Rascals, The Paul Butterfield Blue Band, The Animals, The Beau Brummels, Buffalo Springfield, The Byrds, Love, Frank Zappa and The Mothers of Invention, Them e Captain Beefheart.


Il lavoro al Whiskey dette ai Doors una bella esperienza di concerti dal vivo e la possibilità di imparare dai gruppi più esperti di loro cui facevano da supporto. Jim lavorò intensamente a perfezionare l’immagine scura, minacciosa ma nettamente sexy che si stava creando.
Oscillava tra volgarità e violenza spesso sconvolgendo la platea con le sue buffonate. Continuava anche a improvvisare in scena con le sue poesie ed è proprio grazie a questo che il gruppo riuscì a mettere a punto due numeri che sarebbero diventati pezzi d’arte in futuro: “The End” e “When the Music’s Over”. Il suono del gruppo migliorava continuamente, nonostante il crescente consumo di acido di Jim che aveva raggiunto proporzioni enormi rispetto a qualunque punto di vista.


Tutte le settimane, le imprese del gruppo diventavano piccanti pettegolezzi sulla bocca della gente alla moda e ben presto le puttanelle rocchettare cominciarono a sperimentare direttamente su se stesse il chiassoso , sexy Morrison. Tutte le donne che vedevano il drammatico, pazzo vocalista sembravano cadere sotto il suo incantesimo e lo guardavano cantare come ipnotizzate pendendo dalle sue labbra.

Morrison disse in seguito: “Mi ricordo che alcuni dei migliori viaggi musicali che abbiamo fatto sono stati nei club. Non c’è niente di più bello che suonare per una platea. Se improvvisi nelle prove, non c’è gusto perché è come una cosa morta. Non c’è riscontro. Non c’è tensione reale. In un club con un piccolo pubblico sei sì libero di fare di tutto ma ti senti in obbligo di essere bravo e allora non te ne puoi fregare completamente; c’è gente che ti guarda. Così c’è questa bellissima tensione. C’è libertà e allo stesso tempo c’è l’obbligo di suonare bene. Posso impegnarmi in un intero giorno di lavoro, andare a casa a fare la doccia, cambiarmi e poi suonare due o tre sessioni al Whiskey... E’ come il piacere di correre per un atleta, per tenersi in forma”.


Il gruppo si era creato un vasto e affezionato seguito e faceva una forte impressione a tutti quelli che li vedevano. C’erano comunque due uomini che non erano per niente impressionati dal gruppo, anzi, ed erano i due sofferenti padroni del club, Elmer Valentine e Phil Tanzini. Erano continuamente disgustati dai modi dei ragazzi del gruppo e li avrebbero licenziati una volta alla settimana o perché volevano suonare a tutto volume per tenere la gente fuori dal palcoscenico o perché Jim arrivava ubriaco, o drogato, o tutte e due le cose. A volte anzi, non arrivava per niente, facendoli ulteriormente inferocire. Tutte le volte però la cosa sbolliva grazie a qualche maneggio di Ronnie. A Ronnie bastava chiamare al telefono una delle sostenitrici importanti dei Doors; questa passava l’informazione a tutte le sue amiche e insieme cominciavano a bombardare il Whiskey di telefonate che chiedevano quando il complesso sarebbe riapparso. Il trucco ha sempre funzionato. Elmer era sempre lì ansioso di dare al pubblico quel che il pubblico voleva e non dubitò nemmeno una volta dell’autenticità delle telefonate.


Il 21 Agosto i Doors fecero il loro ultimo spettacolo al Whiskey a Go Go. Suonano la prima parte senza Jim (che sta effettivamente diventando sempre più assente all’inizio degli spettacoli con crescente disgusto dei proprietari Phil Tanzini e Elmer Valentine). Dopo la prima parte, in cui Ray si fa carico di cantare, i proprietari impongono ai Doors di cercare Morrison. Lo trovano al suo Hotel, L’Alta Cienega, totalmente imbambolato da dosi massicce di LSD. Il gruppo gli chiede di fare almeno lo sforzo di presentarsi, che canti o no. Lui è talmente fuori di testa che lo devono addirittura vestire. Il gruppo arriva sul palcoscenico e Jim è ovviamente in un altro mondo. Alla fine della prima sessione ricomincia a essere un pelo coerente e dice al gruppo di suonare “The End”. Appena entrati nella canzone, le magnetiche bravate di Jim incantano il pubblico, il club diventa mortalmente fermo con tutta l’attenzione su Jim. Lui lentamente e con grande calma comincia a cantare la sessione Edipica durante un intervallo tra le canzoni. Il posto è immobile. Jim sta gradualmente tirando dentro la gente che lo segue nel suo viaggio. Quando Jim entra nella parte più dura del pezzo il gruppo comincia a suonare più forte e più duro nel tentativo di distrarre l’attenzione dalle poesie diventate a questo punto troppo oscene, ma Jim grida con una forza tale che non può essere coperta dal suono degli strumenti. Allora il gruppo termina rapidamente la canzone e esce di scena. Dopo questa esibizione a luci rosse i Doors vengono licenziati.
“Non l’ho cominciata come una cosa Edipica, l’ho fatta come una canzone di saluto. L’abbiamo suonata al London Fog, dove abbiamo cominciato. Poi, suonandola tutte le sere, è diventata una cosa più seria. Mettevo insieme i versi un pò per sera. Poi, una domenica notte al Whiskey a Go Go, dove eravamo il secondo complesso, qualcosa scattò. Capii che significato aveva l’intera canzone, dove mi avrebbe portato. Era potente. Era successo. Il giorno dopo ci hanno licenziato”.
Jim Morrison “mandò un gelo, un brivido a tutto il posto e gelò il Whiskey a Go Go. Lui ci portava nel suo viaggio psichico. Il club si fermò a poco a poco. Si fermarono quelli che ballavano, si fermò anche la cameriera. Jim era ipnotico quella notte” disse Ray Manzarek.


I Doors firmano ufficialmente con la Elektra in esclusiva per sette album. La Elektra allestì anche parecchie operazioni pubblicitarie per rinforzare l’immagine del gruppo. Prima di tutto, Jac Holzman decide di ritardare la pubblicazione dell’album fino all’inizio dell’anno dopo per consentire all’Elektra di dare massima attenzione ai Doors. In secondo luogo, Steve Harris assunse diverse giovani e attraenti ragazze che per creare un’atmosfera di eccitazione ad ogni rappresentazione, dove lanciano in giro mutande e reggiseni e si gettano su Jim mentre canta. E infine, Holzman prenotò un riquadro da affissioni per fare pubblicità al primo disco del gruppo, il primo nel suo genere, nel quadro di una strategia di marketing geniale.


I Doors consolidarono i loro risultati di vendite con una sequenza di attivissime tournée, ma Morrison in modo specifico si stava stancando della immagine contraddittoria che veniva trasmessa - leader e sciamano per alcuni e piccolo idolo da ragazzini per altri -. La prima biografia fatta dalla Elektra citava gli interessi di Morrison come legati a “rivolta, disordine, caos e a qualunque attività che potesse essere senza senso”, e in effetti, durante lo svolgimento dei loro tour, lui confermò tutto questo con un comportamento addirittura più negativo. Si era fatto un bagno di alcool e aveva esposto i suoi compagni a scoppi d’ira: mandò a monte sessioni di registrazione distruggendo strumenti e materiali e fece altrettanto con le esibizioni dal vivo con autocompiacenti dimostrazioni di finto sesso e oscenità di tutti i generi. Però, nonostante tutto, la creatività musicale dei Doors non ne soffriva in alcun modo.


Nel 1970 i Doors avevano ottenuto sufficiente credibilità nelle sale da concerto per giustificare un album dal vivo, e “Absolutely Live” arrivò qualche tempo dopo per sintetizzare l’esperienza “in diretta” dei Doors. Benché ci fosse poco del materiale scioccante della metà anni sessanta la miscela che costituiva “Alabama Song”, “Back Door Man” e “Five to One” era un ben riuscito finale.


Morrison era arrivato al collasso e uscì dal gruppo. I rimanenti Doors non poterono sopravvivere senza il loro leader, anche se tennero vivo il nome per altri due album, “Other Voices” (1971) e “Full Circle” (1972). E subito dopo tutti presero vie autonome, Manzarek per dedicarsi ad una attività da solista e gli altri per costituire The Butts Band.


Nel Marzo del 1971, Morrison e la sua ragazza Pamela si trasferirono a Parigi con l’intento di rifarsi una vita. Tutti e due erano perseguitati da problemi di droga e alcool e la cosa arrivò ad una conclusione drammatica quando, il 3 Luglio, il ventisettenne cantante fu trovato morto nella vasca da bagno. Ci sono naturalmente state tante ipotesi sulle cause della morte (però nessuna autopsia è mai stata fatta) ma la cosa più logica sembra essere che il corpo di Morrison si fosse finalmente arreso ai rigori della sua stessa credenza Nietschziana nella “deliziosa estasi”.