Historia
1140 circa- Fu edificata la chiesa di
Santa Maria Maggiore,
probabilmente da Riccardo II dell'Aquila, morto il 24 settembre 1152
che ne aveva trasmesso il patronato ai propri discendenti. La nostra
chiesa fu portata a termine insieme ad altre 4 e rimase in un
rapporto di dipendenza dalla chiesa di Santa Maria in Piazza di
Montefusco. Tale dipendenza è attestata nel 1370 sotto il
rettorato di Niccolò de Tufo, che in quell'anno ne curò la
compilazione dell'inventario Per lunghissimo tempo la famiglia dei
dell'Aquila esercitarono il diritto di
patronato. Codice
Diplomatico Verginiano, Montevergine 1976/186 pag.295 nota
1.BCN
Benev 295 cc 11r -12v. Inventarium fattum per dopnum Nicolaum de
Tufo rettore subscrittarum ecclesiarum . Bona stabilia ecclesiarum
S.te Marie de Turre , quarum una dependet ab alia.
Siamo ai tempi di Ruggiero II della dinastia dei
normanni (1113-1154), a cui successe prima Guglielmo I
il Malo (1154-1166) e quindi Guglielmo II il Buono (
1166-1190). |
1280, luglio, 8. Reg. Ang. 29, fol. 8.
Si ordina al
mastrogiurato di Montefuscolo di citare Guglielmo de Griso, e
suo fratello Ettore, Andrea de Gratia, Jerusalem de Turrecella, Gregorio de
Potta e Desiderio di Montefuscolo, a presentarsi nella Corte locale,
per avere assalito e percosso Guarino de Pantinny.
Questa è la prima citazione storica di Torre le
Nocelle. Purtroppo riguarda una rissa, segno che, anche una
decina di secoli fa, i torresi erano da prendere con le
molle. Siamo sotto Carlo I di Angiò. |
4/9/1293
.Una scossa di
terremoto fa tremare le case di Torre.
Già dal 1350 è attestata la chiesa di S. Pietro de Cerreto che crollò col
terremoto del 1688. (Vedi nota del citato anno).
1348 -La morte
nera: La grande pestilenza raccontata dal Petrarca
nel Decamerone. Il contagio comincia in Sicilia e man mano
risale tutta la penisola, portando morte e lutti dappertutto.
Le campagne si spopolarono e dopo tre anni di morte nera
si calcola che la popolazione dell'Europa diminuisse
della metà. Dappertutto vi furono sollevazioni popolari contro
i feudatari ed i proprietari terrieri, i quali avendo perdute
parte delle loro rendite divennero ancora più
avidi. |
12 Agosto
1383
Carlo III di Durazzo
vende a Guglielmo Tocco il feudo di Montemiletto con i casali
di Cerreto,Fistole,Carpine, Fiume, Nocelle, Cirignano e
Valloni...
(In F. Scandone : Profili di Storia
feudale....pag 344)
1412, maggio, 23. Arch. M.
V., CXXIV, fol. 21
Per istr. di not.
Giov. (le Costanzo di Acquaviva, presente
il regio giud. Petrillo de
Celotto, di Torre di
Montefuscolo, Antonio
Corbolo, dello stesso casale di
Torre, loca a Guglielmo di Meolo Giov. Madonna, una casa in Torre di Montefuscolo, per 29
anni, e redditizia al mon. di M. V. 2. tarì e 10 gr.
l'anno.
Compaiono i primi nomi di famiglie
Torresi |
1419: La Regina Giovanna II scrive ai
Capitani di Montefuscolo e di Torre affinchè
accogliessero i profughi di Venticano e Cerreto, aggrediti
da Filippo e Giovanni Filangieri e Algiasio di Tocco. Sono
le conseguenze dell'assalta al Castello di Montemiletto ai
danni del principe Caracciolo.
(Arch Tocco di M. Libr.Priv. pag. 58) |
1438, maggio, 5. Arch. Tocco di M., Lib. priv., 42.
Alfonso
d'Aragona dona ad Algiasio de Tocco il
casale di Torre nel distretto di Montefusco in P. U. « quod
est de demanio nostro, ipsumque a dicto demanio ex nostre
plenitudine potestatis tollimus et eximendo totaliter separamus, cum
castro seu fortellicio,
hominibus, vassallis etc. ». Il privilegio è datato
da Capua e firmato dal Re. Al fol. 41 vi è
copia cartacea del privilegio. Copia è prodotta anche nel Cedolario
del 1767, fol. 59.
Con
questo atto si sancisce la prima forma di autonomia di Torre
le Nocelle . Torre è un sito forticato con relativa guarnigione
(castrum seu fortilicium).
|
1440. giugno, 16. Arch.
Tocco di M., Scritt. Div., VII, 7.
Alfonso d'Aragona con lettera « in nostris felicibus castris
contra terram Candide », scrive al Gran Giustiziere del Regno e al
suo luogotenente e al Capitano di Montefuscolo, che ha concesso ad
Algiasio de Toccho « consiliarium et fidelem nobis sincere diIectum», il casale di Torre in
pertinenze e distretto di Montefusecolo «cum castro seu fortellitio, hominibus vassalis et
alijs juribus ad dictam
turrim spectantibus» ordinando che
gli sia congegnato.
E' un riferimento esplicito ad una Torre (il
campanaro). |
1445
luglio,1Esecutor. Summ., vol. 2, fol. 116.
Il I°
luglio 1445, da re Alfonso d'Aragona sono concesse 10 once l'
anno sui fiscali del casale della
Torre di Montefusco. Tale donazione, per il nob. Angelillo
del Giudice e suoi eredi, fu confermata da Ferrante I con privil.
del 20 Iuglio 1458.
5/12/1456 Forte scossa di terremoto. Verso
le 10 del sabato sera. Dopo un periodo di piogge che
durava da 50 giorni, tanto che non si era potuto seminare, di
notte un sisma pauroso squassò l'intero Sannio e parte dell'Irpinia, causando migliaia di
vittime. |
1461,
sett., 9. Arch. Tocco di M., Scritt. Div, VII, 12.
Il
princ.
di Taranto e conte di Lecce, Giov. Ant. Orsini, gran Contestabile
delRegno in nome del Re e del Duca di Calabria, «considerando noi
lidanni et interesse che voi M.co Cola Maria de Tocco nostro
consanguineo havetipatuti et patiti per servicio et stato de la Ser.ma M.tà del S.re Re, et de
loIll.mo S.re duca de Calabria suo
figliolo. In recompensactione di quelli, et perdareve cagione che
continuati il vostro bon proposito; per lo presente nostroalberano
... ve concederemo per voi et vostri heredi ...latorre
casale chi è de Montefuscolocontucti
vassalli, intrate, rasone et pertinencie sue, la quale confine
conMontemiletto, Ventecano altri soi confini », promettendo che il
Re e il Duca:«ve faranno ad.omne vostra requisicione lo
privilegio in bona et cauta forma
».
1480 -Epidemia di Peste a Torre e
Montemiletto. |
1484 Congiura dei Baroni. |
1488.
maggio, 8. Part. Sumrn., vol. 30, fol. 53 t.
Il not. Petruzzo, della Torre di Montefusculo,
espone che suo padre Giovanni de Pascale.
era colà numerato. Egli,
pur abitando nella città, è successo
nel fuoco paterno, e paga in quel casale. Si ordina, pertanto,
all'università.di Montefuscolo di non dargli molestia.
Per
la prima volta Torre e chiamata Università ,
praticamente l'equivalente di Comune. |
|
1491.
agosto, 5. Part.
Summ.,
vol. 33,
fol. 84 t,
Si ordina
al capitano di Montefuscolo di costringere al pagamento alcuni
uomini della Torre di Montefuscolo, che, per certi loro beni,
ricusano di contribuire con l'università di Montefuscolo.
Nel 1498 furono concesse le ragioni
fiscali di Montefuscolo e dei suoi casali a Giovanni
Borgia di Aragona, fratello di Cesare Borgia , il famoso
duca Valentino figlio naturale di papa Alessandro VI, che
ispirò al Macchiavelli la figura del
"Principe". |
Sulla nostre terre si contrappongono
gli eserciti di Federico III di Aragona e Luigi XII
di Francia con Ferdinando il Cattolico, che di fatto si
dividevano l'Italia . Le università furono costrette a
rifornire le truppe spagnole (Don Diego de Mendoza) e
quelle Francesi. Gli spagnoli si diedero spesso al
saccheggio ed alla rapina, riducendo in miseria le nostre
campagne. |
|
|
1504. giugno, 7.
Part. Summ.,
vol. 55
fol. 156 t.
L'univ. di Torre di Montefuscolo
espone che, per ordine del Gran Capitano, aveva rifornito di razioni
di viveri gli uomini di arme di Uñes,
di Pedro Suarez, di Rodrigo de Villa Lopez, della Comp. di D. Diego
de Mendoza, dando in contanti al primo, dal 19 aprile al 13 maggio,
duc. 11, tarì 3. gr. 10; al secondo, altrettanti; e così al terzo;
in tutto due. 35 gr. 10. che non potevano essere rimborsati sui
fiscali perché allora questi erano concessi al Duca
di
Gandia.
Perciò si ordina al Commiss. di eseguire lui il rimborso, insieme
col prezzo di 200 rotoli di pane, 120 rot.
di
carne di porco, 6 barili di vino, e 20 tomoli di grano per i
cavalli, forniti al Sig. Galeazzo De Bono, commiss. del Gran
Capitano, per la Comp.
del Princ.
di Taranto.
1507, novembre, 11. Arch. M. V., XLI, fol.
3. Istr.
di not. Tiberio Mezzarotto di Napoli col quale il priore del mon. di
M. V. a nome del vicario gen. del Card. Oliviero Carafa
commendatorio dello stesso mon., permuta con Angelillo de Culuzzello e il cugino
Giacomo, di Torre di Montefuscolo una casa in passato già concessa
per 29 anni al padre, Antonio, sita nello stesso casale, e in cambio
ne riceve due territori uno « a lo covante » dove si dice » lo
rerupo » in pertinenze di Montefuscolo di circa 10 tomoli, e l'altro
di 8 tomoli; tutti e due, però rendono la decima al mon. di S. Sofia
di Benevento.
Una permuta di una casa a Torre con due fondi nel
Cubante, fatta tra il Monastero di Montevergine e la famiglia
Coluzzello (Colucciello) . |
Nel 1527 scoppia la guerra tra
Carlo V
d'Austria e Spagna e Francesco I di Francia, con la calata
dei Lanzichenecchi a Roma. Le truppe francesi passano per
Torre. Il nostro paese che si era schierato dalla parte
dei francesi (perdenti), fu costretto a costretto a pagare
per ottenere il perdono degli spagnoli. |
1529,
marzo, 1°. Part. Summ, voi. 124. fol. 165.
L'univ. di
Torre di Montefuscolo, come risultava da informazioni, aveva pagato
per fiscali al Commiss. dei Francesi 10 duc., un tarì e 7 gr. Il
duca di Sessa ha promesso. di attendere, per quello che gli compete.
Perciò il Commiss. non molesti l'università.
|
|
1529, marzo, 1°.
Part. Summ.,
vol.
124, fol. 152 t.
L'univ.
di Torre di Montefuscolo aveva pagati al Commiss. francese, due. 25,
tarì uno e gr. 7 per i fiscali. Si ordina al Commiss. di
soprassedere alla riscossione essendosi spedite lettere in tal senso
ad istanza dell'Erario feudale del Duca di Sessa.
1530.
ottobre, 31. Part. Summ, vol. 132, fol.
43.
L'univ. del casale
di Torre di Montefuscolo espone di aver dato alloggiamento a parte
alla Comp.. di cavalleggi del capit. D. Andres Bernal, e
propriamente all'alfiere, nob. Perotto, ed a 5 cavalleggieri,
pagando l'alfiere in ragione di « una lanza e mezza al dì » ed i
cavalleggeri, « di un
giulio e
mezzo ». Avevano spesi 105 scudi, giulii tre. e gr. 10, cioè due.
115, tarì 4. gr. 5 e 1/2 per 107 giorni dal 16 giugno 1530 al 30
settembre p.p. Si ordina che tal somma sia posta nel conto dei
fiscali.
1532.
Febbraio, 23. Part. Summ, vol. 150, fol.
17.
Espone l'univ. di Torre di Montefusculo
ch'è in
credito di 297 tomoli di sale.
Le
si concede di scontare sui fiscali, invece di ricevere la merce, un
abbuono di più
di due. 18
e altri due. 5, tarì 3, gr. 7 e 1/3, per un'altra partita: in tutto
duc. 23, 4, 16.
1532. febbraio, 23. Part. Summ, vol. 150., fol. 18
t
Si rinnova
l'ordine di rimborsare all'univ. della Torre di Montefuscolo non
solo il prezzo del sale non consegnato, ma anche le somme, fornite
in contanti ai cavalleggeri e agli uomini di arme
1534,
febbraio, 6. Part. Summ., vol. 156, fol. 126. All'univ.
di Torre di Montefusculo, per 70 tomoli di sale bianco, si concede
il rimborso dell'emenda di due. 5, tarì 4, gr. 15.
1535,
settembre, 27. Part. Summ., vol. 163, fol. 15.
L'univ. di Torre di
Montefuscolo
contribuisce in ragione di cavalli 2 e
di cavallo alle spese di riparazione del ponte di s. Anna,
per ognuno dei suoi 128 fuochi.
-.
Nel 1535 Torre, con i suoi sette- ottocento
abitanti, era più popolosa della stessa
Montemiletto, che contava 110 fuochi. |
1539,
dicembre, 23. Part. Summ., vol. 203, fol 2. All'univ.
di Torre di Montefuscolo, per emenda del sale bianco ricevuto,
spetta un rimborso di 20 due:. 3 tarì, e gr. 16 e
3/8.
1546, novembre, 22. Arch. M. V., vol. LXXXIII, fol.
119
Istr
per not. Vincenzo Vivo di Montefuscolo alla presenza di Cipriano di
Penta giud., col quale il P. Priore di S. Leonardo, Galeazzo
Pellegrino di Montefuscolo, permuta con Pascarello Cefaro, del casale di Torre di M.,
una terra di 3 tomoli sita nel luogo detto Vado del Vallone e in cambio ne riceve
una di circa 4 tomoli nel luogo detto la Chioma tutte e due in pertinenze di
Montefuscolo .
Anche questa si tratta di una permuta
fatta dalla famiglia Cefaro (Cefalo). Vado del Vallone e
Chioma sono scomparsi dalla toponomastica torrese. |
1549,
gennaio, 21. Part. Summ., vol. 292, fol. 67 .
L'univ. del casale Torre di Montefuscolo ricorre
contro ali abitanti di Montefuscolo, della Pietra
(de' fusi) e di Montemiletto, che ricusano contribuire ai fiscali per la bonatenenza
dei loro beni, posti entro il suo territorio. Si. ordina al capitano
di Montefuscolo che la faccia pagare anche per il passato.
1551,
marzo, 4. Part, Summ., vol.. 315.
fol. 84 t.
All'univ. del casale di Torre di Montefuscolo ed
al capitano della città, s'ingiunge di non molestare mastro Angelo de
Carlo, di Zungoli, abitante in detto casale, perché paghi il testatico. Deve esserne
esentato perché sessagenario.
1554, settembre, 24. Part. Summ., vol. 368,
fol. 89 t.
1o
Alcuni
particolari di Torre di Montefusculo ricorrono contro l'univ. di
Mirabella, che, non ostante ordini del 16 giugno p.p., continuava a
molestare, per i fiscali. Si rinnovano tali ordini in loro
favore.
1554, ottobre, 10. Part. Summ., vol. 366,
fol. 54 t,.
Si
ordina all' univ, del casale di Torre di Montefuscolo di
concedere franchigia del testatico a Carissimo, di Carlo Vetaro, vecchio
decrepito.
1555, aprile, 23. Part. Summ., vol. 368,
fol. 210.
Nella lite
tra i particolari di Torre di Montefuscolo e l'univ. di Mirabella
s'era concessa una transazione. Sarebbero stati « franchi
"
quelli soltanto, ch'erano
compresi nell'istrumento di transazione, e di cui si riferiscono i
nomi: 1) Not. Antonello Garamiello per un territorio di 35 tomoli
ad Acquafredda; per un altro di 26 a Civurno; e per un
terzo, ivi, di tomoli 8. 2)
Pasquale Farello per un territ. di tom.
15 a s. Salvatore, e per un altro ivi, di tom. 8; per un terzo di
tom. 40 a Lo Piano de lo Toro, e per un altro, ivi, di tom. 4 e di
un altro ancora di tom. 6, a Lu pezzo de lo
carro. 3) Bartolomeo Cefaro per un territ. di tom. 14 a
Piano de Greci. 4) Melchionne Cefaro
per un territ. di tom. 20 a la Carcatura, seu Albanelle, e per un
altro di 20 a Piana de Greci. 5)
Pascariello Cefaro per un territ. di 6 tom. a Piana de Greci. e
per altro, pure di tom. 6, « a le albanelle » 6)
Antonio de Carolo, per un territ. di tom. 7 a la Isca vicina !o
molino de la Corte; per un altro di torri. 11 a S. Maria; altri, di
tom. 8 a la Piana del Toro; di tom. 8 a le Grutte; altro a s.
Clara. 7) Leonardo de
Cristoforo per un terr. di tom. 5 a S. Mercurio. 8) Not. Pietro Cariteo per un terr. di tom.
5 a la Taverna de la Arnola. 9) Donno Bernardino Viola come tutore di
Valerio Viola per varii territorii: di tom. 13 a la pecza de lo
Lago; di 13 a Piana de' Greci, seu Piano de lo carro; tom. 25 a S.
Maria; tom. 9 a lo 'renaro; torri. 10 a s. Clara. , 10) Virgilio e Pietro de Viola, e Francesco
nipoti del detto D. Bernardino, per un territorio di tom. 4 a le
Gructe; ed altro di tom. 2 a lo "renazzo".
Si
tratta di una transazione con la quale Mirabella e Torre
esentano rispettivamente da tasse e gabelle di
transito alcuni torresi e mirabellani, che possedevano terreni
nell'altrui tenimento. Sarebbe interessante stabilire se
"Gructe" e "renazzo" "acqua fredda " e Lo Piano de lo toro" si
riferiscano a Torre o a Mirabella. |
1556. luglio. 9. Part. Summ., vol. 362, fol.
156.
Francesco Nardone, di Montefuscolo, abitante in Petra de li
Fusi, ricorre contro l'univ. di Torre di Montefuscolo, che lo
molesta per contribuire nei fiscali. Ricevuta in Sommaria la
numerazione dei fuochi di Torre, si trova che il Nardone non vi é
iscritto. Per i suoi stabili, a Torre, il Nardone deve pagare la
sola bonatenenza.
1559, luglio, 30. Part. Summ, vol. 425, fol.
134.
Ad istanza della univ. della Torre di Montefuscolo, si
ordina di procedere contro coloro, che ricusano di pagare la
bonatenenza.
La bonatenza
era una tassa a cui erano tenuti i proprietari di
fondi che abitavano , però, in altro comune. |
1559, agosto. 2. Part. Summ., vol. 309. fol. 252
t.
S'ingiunge al Commiss. di P. U. di restituire all'univ.
di Torre di Montefusculo due. 3. tari 4 e gr. 13 e 1/3, riscossi per
la multa del 3% sulla rata del Terzo di Pasqua (due. 118, tarì 1,
gr. 2) del donativo regio dei due milioni. Non aveva badato ch'essa
era stata pagata col Terzo di Pasqua, per riscuotere il premio del
3% per l'anticipo.
1562, agosto, 12. Part. Summ., vol. 469, fol.
78.
Nella causa tra i particolari di Torre di Montefuscolo e
l'univ. di Mirabella, era comparso in Somm. Vincenzo Pisani, della Torre, e il
Tribunale, con decreto del 10 ott. 1354, aveva stabilito che per lui
si dovesse eseguire nel pagamento della bonatenenza, l'istrumento
presentato in atti. Poichè al Pisani veniva negato il diritto di
approfittarne, il 13 aprile 1562 fu emanato altro decreto. " Paghi
egli secondo il solito se l'università ha qualcosa in contrario,
compaia in Sommaria fra sei giorni".
1563. settembre, "9. Part. Summ., vol. 480, fol.
146 t.
All'univ. della Torre di M. si concede facoltà di far
esigere le gabelle in nome proprio, da persone particolari
1565, maggio, 2. Part. Summ, vol. 513, fol.
42.
Al R. Percett. di P. U. si ordina di restituire
all'univ. di Torre di M.,sui fiscali ordinaria, duc. 6 e gr. 4, e
sugli straordinaria delle gr. 48 a fuoco, duc.1, tarì 4. gr. 12,
perché esatti in più del dovuto, in tutto duc. 7, tarì quattro, gr.
16.
1567, Aprile,
7. Part. Summ, vol. 530, fol. 265. Si ordina al
Percettore di P. U. che, sull'escomputo di duc. 1363, esatti in più
nella provincia per la imposta delle gr. 36 a fuoco, doveva comprendersi la somma di duc. 54, tarì
1, gr. 7, pagati dell' univ. di Montefuscolo, Torre, e casali
nell'anno della V Indizione (1565).
1568, novembre, 26. Part. Summ., vol. 572, fol. 268
t.
Ad istanza del
casale di Torre di Montefuscolo, si riassumono gli atti della causa
contro il Portolano, che molestava particolari cittadini di
Montefuscolo e casali, imponendo loro delle pene a scopo di
lucro. 1) Alla provvisione del 9 dic. 1565. si era opposto il
feudatario, marchese di Vico. Fu pronunziato decr. il 23 genn. 1566,
per dare il termine alla causa. - I1) Le univ. offrono una
transazione, pagando una certa somma, per non subire molestie; ma la
Somm., con altro decr. 23 marzo, respinge la richiesta, perché tali
accordi sono illeciti, ed impose al feudatario la restituzione del
danaro pagato. Il 31 dic. 1567 tale decreto, dell'univ. di Torre di
Montefuscolo venne intimato al sig. Bardelotta, assuntore della
Portolania,ma egli ricusò di osservarlo. Ora gli si ordina, pena 100
once, di osservarlo. Quando gli accadrà di " accomodare vie, ponti,
passi, ed altri luoghi pubblici, per aver lavoratore si rivolga alle
università, e non ai particolari ".
Parte cospicua
del reddito del feudatario derivava dall'esercizio dei diritti
giurisdizionali come la bagliva, la portolania, la
catapania e la mastrodattia. Con la portolania si metteva
all'asta un diritto di esigere alcune gabelle in cambio della
manutenzione di strade e ponti. |
1569, settembre. 29. Part. Summ., vol. 487,
fol. 200.
Il capitano di Montefuscolo, ad istanza
dell'univ. della Torre di Montefuscolo, costringa a pagar i fiscali
taluni, che pretendono « vivere nobilmente » pur esercitando arti
varie.
Sempre la stessa solfa. A pagare erano solo i
miserabili, mentre i nobili erano esentati
!. |
1573, febbraio, 26. Part. Summ., vol. 647,
fol. 68.
Si ordina al Percettore di P. U. di
rimborsare all'univ. di Torre di Montefuscolo la emenda per il sale
bianco.
1574,
giugno. 16.
Part. Summ.,
vol. 686, fol. 227 t.
Al magnif. Giulio Cesare Vallese viene
affidato l'incarico di rivedere il conto del sindaco della Torre di
Montefuscolo.
Il primo sospetto di "tangentopoli torrese". |
1576, febbraio, 23. Part. Summ, vol.
759, fol. 73.
Nel casale di Torre di Montefuscolo, dopo
la morte del giudice Tommaso Revellino,
padre onusto di 12 figli, la vedova, Rosa de Niola, si divise dai
figli e figliastri, e se ne andò in casa di notar Claudio, suo fratello. Si prescrive al
capitano di Montefuscolo che, scissa l'unità della famiglia. che non
fa più un solo fuoco, cessa il privilegio dell'immunità da tasse e
gabelle. Ognuno deve pagare per il proprio fuoco.
1576, febbraio, 23. Part. Summ. vol.
759, fol. 70 l.
Si ordina al
capitano ed al baglivo di Montefuscolo che, quando procedono per il
pagamento di fiscali, collette e gabelle contro cittadini del casale
della Torre di Montefuscolo, non esigano pene, né contumacie, perché
per gli atti non si deve pagar nulla.
1576, luglio,
2ì. Part. Summ, vol. 766, fol. 132.
Si ordina ai baglivi di
Torre di Montefusco di non proibire il transito ai carri,
provenienti da Mirabella, «per lo camino, dove si dice Le Melelle », e per altre « vie carrarie
», contro l'antico solito. Avendo compilati degli atti, li mandino
in Sommaria.
1577, maggio, 15. Part. Summ., vol. 764, fol.
147.
Marzio Pironi di
Montecalvo, si è casato in Torre di Montefuscolo dove, oltre i beni
dotali, né possiede anche altri per campare. Viene accusato di
astensione dal pagamento dei fiscali, col pretesto ch'è numerato in
paese col fratello Battista e col padre.Si scrive al capitano di
Montefuscolo che lasciando Battista col fuoco paterno, in Montecalvo, costringa Marzio a pagare i fiscali nel luogo della sua
effettiva resistenza.
1577,
giugno, 9. Part. Summ., vol. 764. fol. 205.
Si scrive alla R.
Ud.,
ad istanza dell’univ. di Torre di Montefuscolo ,di procedere in
giustizia contro Felice de Mirabella, alias
Tudesca, il quale sostiene, che, non possedendo nulla,
non deve per nessun pagamento contribuire con la università. Il 29
genn. 1577 fu disposto che, per lo stesso Felice, di Antonio de
Mirabella, si dovesse applicare il decreto, che si riferiva ai «
bracciali ». (Ivi, vol. 766, fol. 101). 1577, luglio 31. Part.
Collateralis, vol. 26, fol. 162 t. Alla R. Udienza s'ingiunge a
richiesta dell'università, di non molestare i particolari di Torre
di Montefuscolo, « per non avere rivelati li grani nelli anni 1574
e 1575 ».
1577,
agosto, 7. Part. Summ, vol. 781, fol. 60. Si scrive al
Percettore che, ad istanza dell'univ. di Torre di Montefuscolo,
costringa tutti i contribuenti a pagare secondo l'apprezzo, fatto
dopo l'ultima numerazione.
1577, agosto; 12. Part. Summ., vol. 785, fol.
218. A parziale rettifica della lettera del 1573, a
proposito di notar Claudio Revellino di Torre di
Montefuscolo, si ordina che egli deve pagare la rata dei fiscali
solo per il tempo, ch'è stato separato dalla matrigna. Liquidata
siffatta rata, sarà valida la disposizione per la dispensa di
pagamenti per le famiglie con 12 figli. Intanto, procuri che tale
rata venga esatta dall'università.
1577, agosto, 26.
Part. Summ., vol 756, fol. 297. Si prescrive alla R. Ud.
di P. U. di «ministrare giustizia », ad istanza degli ex-sindaci di
Torre di Montefuscolo contro le molestie degli assuntori «delle
entrate del detto casale» per le accuse di contravvenzione alla
Prammatica.
I gabellieri regi erano insaziabili e spesso esigevano
più del dovuto, praticamente estorcendo danaro a chi non
poteva o sapeva
difendersi. |
1578,
novembre. 26. Part. Summ, vol. 804, fol. 248 t. Si scrive
al capitano di Montefuscolo che, ad istanza del casale di Torre, non
faccia concedere franchigie ai cavalleggeri della nuova milizia, se
non sono iscritti nel ruolo, e non hanno armi né cavallo.
1579,
marzo, 14. Part. Summ., vol. 811, fol. 182. S'ingiunge
alla R. Ud. di procedere, ad istanza dell'univ. di Torre di
.Montefusculo, contro l'ex-sindaco Salvatore
de Tadeo, che, rimasto debitore di 200 ducati, si era
obbligato à pagarli entro un certo termine, ora
trascorso.
1579. agosto,
24. Part. Summ., vol. 827, f ol. 120 t. Verte lite fra le
univa di Torre di Montefusculo e di Mirabella, sul pagamento
di fiscali per alcuni territorii, posseduti da cittadini particolari
in Mirabella. C'era stata una convenzione nel 1537, con cui si
dichiaravano esenti da ogni contribuzione quelli, che non l'avevano
mai prestata. Si scrive al capitano di Mirabella, che tale patto è
sempre valido, per gli eredi e successori nei beni esentati.
1579,
ottobre, 1°. Part. Summ., vol. 836 bis, fol.
11 Salvatore
Tudisco di Torre di Montefuscolo, aveva già pagati
all'univ. i 300 ducati, a lui significati. Da una più scrupolosa
revisione, si era accertata, invece, un credito di 100 ducati. Si
ordina alla R. Ud. di P. U. che ne faccia eseguire il
rimborso.
1580,
gennaio, 21. Part. Summ., vol. 840, fol. 280 t. Marzio Perotta, pure abitando in Torre
di Montefuscolo, dove ha messo casa, sposando la magnif. Livia Niola, del quond. Valerio, ricusa
di contribuire nei fiscali. Si scrive, ad istanza dell'univ., al
capitano, perché lo costringa.
1580,
marzo, 1°. Part. Summ, vol. 863. fol. 272 t. All'univ. di
Torre di Montefuscolo ed al capitano si ordina di non molestare per
i fiscali Michele de Aytoro che deve contribuire per la sola
bonatenenza perché abita in Pietradefusi.
1581,
febbraio. 24. Part. Summ, vol. 918, fol. 71. Alcuni
particolari di Torre di Montefuscolo avevano reclamato contro
l'univ. di Mirabella, che aveva gravata la mano per la bonatenenza.
Si ordina al Percettore di far rivedere l'apprezzo, mentre, in
attesa del nuovo, attendano a pagare secondo quello in rigore. I1
20 si riscrive per raccomandare che il revisore del catasto sia
persona integra e che, contro i renitenti eventuali, si mandi un
commissario.
1581,
giugno, 3. Part. Summ., vol. 918, fol. 187. A proposito
dei reclami dei particolari di Torre di Montefuscolo si ordina al
Percettore di P. U. di mandare in Somm. il catasto, esibito
dall'univ. di Mirabella, per osservare se davvero i loro reclami
hanno sussistenza. Si riscrive il 25 dello stesso mese per
segnalare che un decreto della R. Camera approva la revisione;
intanto si paghi secondo l'attuale catasto. (Ivi, fol.
299).
1531.
Giugno, 27. Pari. Summ., vol. 847, fol. 50. Francesco
Rubino, funzionante portolano in Mirabella, per una pena, da lui
imposta, aveva sequestrato un somaro di Vincenzo Pagano di Torre di
Montefusculo. Questi aveva fatto ricorso al Portolano di P. U.,
Ottavio Folliero, che aveva giudicato se ne dovesse eseguire la
restituzione. Si ordina al Percettore di P. U. di mandare in Somm.
gli atti ch'erano stati eseguiti a proposta del Rubino. -
1591, novembre, 19. Pari. Summ., vol. 1211, fol.
84. L'univ. di Torre di Montefuscolo ricorre contro i
cittadini. renitenti ai pagamenti. Si scrive al capitano che a
costoro si può concedere la revisione del catasto " audita
universitate "; ma intanto debbono pagare com'è stabilito.
1592; aprile, 9. Pari. Summ., vol. 1215, fol. 240. Si
ordina al Percettore di P. U. di esigere, ad istanza dell'univ. di
Torre. la significatoria, spiccata contro l'esattore dei fiscali.
1593, luglio, 3. Pari. Summ., vol. 1279, fol.
87. L'univ. di Torre di Montefuscolo espone ch'essa ha il
diritto di pascolare, aquare, tagliare sul morto nel bosco di
Montemiletto. Ora il padrone di essi, ch'è il conte, si oppone
all'esercizio di tale diritto. Si ordina, ad istanza dell'univ.,
alla R. Ud.. di non procedere in tale causa, e d'inviare gli atti in
Sommaria. Da altro doc. del 15 giugno, si apprende che si trattava
del bosco, detto " Lo Faiana", in
territorio di Montemiletto"; all'esercizio degli usi civici, si
opponevano gli erarii ed i guardiani del feudatario. Si era ordinato
che si rispettasse il solito (Ivi, fol. 59t).
Bosco Faiano. Una volta entrava nella giurisdizione di
Montemiletto. |
1593, settembre, 2.7. Arch. M. V., vol. LXXXIV, fol.
85. Istr. di not. Giov. Tommaso de Auditorio di Montefuscolo,
alla presenza del giud. Francesco Cutillo, anche di Montefuscolo,
col quale il mon. di S. Leonardo di Montefuscolo, concede per 27
anni ad Autizia Coloccello. madre
e tutrice di Orlando de Stabile della
Torre di M., per annui carlini 11, un pezzo di terra sita nel detto
casale, dove si dice La Chiusa o Campo di frutta. Detta terra può
essere affrancata dalla Coloccello nei primi 10 anni, che se ciò.
non avverrà, continuerà a possederla ma pagherà 12 carlini annui.
1595, marzo, 6. Part. Summ, vol. 1300, fol. 184
t.
Ad
istanza dell'univ. di Torre di Montefuscolo si prescrive al capitano
che se vengono commissarii di fiscalarii, si faccia presentare la
procura in loro nome; e invigili che la sua azione via reale, e non
personale; che non si estenda fuori del territorio, e non esegua
sequestri di animali vaccini, nè faccia chiudere botteghe, nè
togliere le « sayette de le molina ».Inoltre, se si paga subito,
non debbono riscuotere la diaria di 3 carlini al giorno.
1595, ottobre, 6. Part. Summ. vol. 1345, fol. 265
t. Giovanni de Ronca, per la
ricusa della nomina di sindaco della Torre di Montefusculo, alla
ragione ch'egli ha sette figli, di cui 5 femine, aggiunge che il
suo casale- è distante un miglio; e che nel passato anno fu sindaco Claudio
Romellino, suo cognato, che non ancora ha dato il conto,
e ch'egli è zoppo e malsano. Si ordina alla R. Ud. di non farlo
molestare, e di nominare altra persona. 1595, nov. 22.
Part. Summ., vol. 1342, fol. 6.In Torre di Montefuscolo dal parlam.
è stato nominato sindaco Giovanni de Ronca. Egli avrebbe
voluto ricusare, perché ha sette figli. Avendo l'univ. fatto
osservare che due figliuole si sono già maritate. e alcuni altri
maschi. sono maggiorenni, si ordina al capitano di costringerlo ad
accettare la carica.
Succedeva
anche questo! Chi veniva eletto sindaco faceva
ricorso per invalidare l'elezione. All'epoca nessuno
teneva alla carica "di primo cittadino". Come
cambiano i tempi! |
1595. novembre, 23. Part. Summ., vol. 1342, fol. 12. L'univ.
di Torre di Montefusculo ricorre contro Giov. Cola Cutillo, fiscalario, che ha
fatti carcerare alcuni cittadini. Si ordina alla R. Ud. di
verificare i pagamenti. Se sono in regola, metta in libertà i
carcerati, e non permetta che l'univ. sia molestata.Si riscrive il
31 genn. che liberi i carcerati, se l'univ. dà un garante del
pagamento (Ivi, fol. 37t).
1596, gennaio. 27. Part. Summ., vol. 1342, fol. 45 t. Alcuni
particolari ricorrono contro l'univ. di Torre di Montefuscolo, che
li aveva fatti carcerare per debiti di fiscali. Si dà mandato al
Preside della R. Ud. di farsi dare il conto di tutti i pagamenti,
fatti all'università dal 1581 in poi.
1596, ottobre.
24. Part. Summ., vol. 1398, fol. 5 t. Michele Tedesco,
nominato in parlam.sindaco di Torre di Motefuscolo, ricusa di
assumere l'esercizio della carica, non ostante che il giudice delle
seconde cause abbia decretato « quod exerceat ". Si ordina al
capitano di costringerlo.Si rescrive al capitano il 5 dicembre, e
dipoi il 13 per tale coercizione. (Ivi, fol. 58 t.).
1597, maggio, 22. Coll. Provis., vol. 24, fol. 19.
Decr. di expedit all'univ. di Torre di Montefuscolo, che avendo un
debito di 600 duc. Al 10% con Ascanio Palumbo ed altri
particolari, vuol restituire il danaro, prendendolo in prestito
dal sac. Angelo Penta e da suo fratello Cesare, di Mirabella,
all'8%.
1598, marzo, 9. Part. Summ., vol. 1487, fol. 113 t: Ad
istanza dell'univ. di Torre di Montefuscolo si ordina che,
presentando le ricevute dell'ultimo triennio delle somme dovute al
fiscalario Giov. Cola Cutillo, non la costringa ad esibire polizze
più antiche.
1598, marzo, 13. Part. Summ., vol. 1418, fol. 8. Alcuni
particolari di Torre di Montefuscolo avevano ottenute dalla Somm.
delle lettere per deduzioni di censi dal catasto. Si ordina al
capitano di Montefusculo di farle eseguire. -
1598, marzo, 14. Part. Summ.. vol. .1431, fol. 208. Per
la univ. di Torre di Montefuscolo si ordina al capitano d'informarsi
se quello di Orazio Formato è un fuoco assente, passato a
Montemiletto. Nel medesimo giorno si ordina allo stesso capitano,
per i fuochi assenti di Torre, di far mandato alle seguenti
università 1) Monteaperto, dove abita Marco Aurelio Di Croce.2)
Montemiletto, ove dimorano Cristullo Robano e Virgilio De Pierro.
(Ivi, fol. 2084)
1599, agosto, 23. Part. Summ., vol. 1462, fol. 116. Si
cita l'univ. di Tore di Montefuscolo a comparire in Somm. a dar
ragione di alcuni altri fuochi, i quali dovrebbero aggiungersi agli
altri, risultando da pubbliche scritture.
1599, settembre, 9. Part. Summ., vol. 1522, fol. 8
t. Ad istanza dell'univ. di Torre di Montefuscolo, si
ordina al capitano che, se gli abitanti forestieri si servono di
legnare sul territorio comune, e vi esercitano usi, soggetti alla
bagliva, essi devono contribuire ai fiscali come tutti gli altri
cittadini.
1599, Dicembre, 2. Part. Summ., vol. 1589 , fol
176.
Ad
istanza dell'univ. di Torre di Montefuscolo, si ordina alla R.
Udienza che, per gli alloggiamenti ai militari, imponga che si
facciano le cartelle, dai sindaci e dagli eletti, secondo il numero
di fuochi. Si trattava di alloggiare 45 soldati della Compagnia di
D. Francesco de Tezna fra li casali di Torre, S. Angelo , S.
Nazzaro, S. Agnese e S. Paolina.Ma S. Nazzaro, Calvi e S. Agnese
avevano ricusato l'alloggio, come attestava not. Giov, Domenico
Corvino di Andretta, in una dichiarazione fatta allo spagnuolo
Bartolomeo Aldana.
1599, Dicembre, 31. Part. Coll., vol. 48 , fol 129t.
L'Univ. di Torre di Montefuscolo espone che "Gabriele
Santullo ed altri partitarii della fabbrica del Ponte di Calore
hanno tagliato molta quantità di alberi di detto casale, del valore
di duc.200, per fare calcara et palizzata di detto ponte, et altro,
che non voleno pagare; et vendono li rami per utilità propria"
Si Ordina alla R. Udienza di provvedere in giustizia.
1602, Gennaio 11. Part. Summ., vol. 1594 , fol. 44 t.
L'univ. di Torre di Montefuscolo alla pretesa di Ciccio ed Antonio Cefalo che avevano la
pretesa di godere franchigie dei "viventi nobilmente",oppone
ch'essi " vanno ad arare,fanno i molinari e conducono le
bestie alle loro masserie". Si ordina al capitano che li
costringa a pagare come gli altri.
1604,
Marzo. 21. Arch M.Vergine CXXIV fol 22.
Istr. di not, Angelo frasca di
Montefalcione, in detta terra, presente il regio giud. Giov.Dom. de
Consolatio , col quale il P. Pietro de lesu di Pietradefusi
cellerario del mon. di S. M. di Loreto di Montefalcione e
procuratore del mm di S. Leonardo di Montefuscolo concede a Giacomo
Franc. e Nicola Ant. de Armellino, della Torre di Montefuscolo, un
territorio di 10 tomoli sito nel luogo detto la « Chiusa » o « Campo
fratto » in detto casale della Torre, per 29 anni, per
l'annuo censo di carlini 15. Detta riconcessione era fatta anche in
considerazione delle migliorie già eseguite dai loro maggiorii.
1604, ottobre. 20. Part. Summ,, vol. 1684,
fol. 229 t.
Ad istanza dell'univ. di 'Torre di
Montefusculo si ordina di far pagare da Pietro Ronca la bonatenenza
per « certi molini ». Il
giorno seguente si riscrive al capitano di costringere a contribuire
Sabastiano Corigno che ricusa, col pretesto ch'è sessagenario (Ivi,
fol. 230). - Il 22 seguì altro ordine che dovevano pagare il
testatico anche quei giudici a contratto che esercitavano « arte
vile, come cosetore, barbiere », etc.
1604., ottobre, 22. Part. Summ., vol.
1687,- fol. 208 t. -
Ad istanza dell'univ. di Torre di Montefuscolo, s''ingiunge al
capitano di costringere Cesare Riccardi a contribuire per gli
alloggiamenti ai militari, non comportando esenzione il suo
ufficio di « corretore di posta ».
1608, aprir 22. Part. Summ., vol. 1778,
fol. 278
Al capitano di Torre di Montefuscolo si
ordina di fare accatastare i censi, che i forestieri pagano ai
cittadini.
1608, novembre, 15. Coll. Provis., vol. 44,
fol. 248.
Espongono
al sindaco di Torre di Montefuscolo, lacopo
Armellini e gli eletti Giov. Batt. Cerullo e Donato
Palermo, che il 6 aprile p.p. era giunto l'alfiere della
Comp. spagnuola del capitan D. Francisc Canez con 196 soldati,
proveniente da s. Agata de' Goti, e la Domenica .delle Palme ne
vennero altri. sino al n. di 209, e rimasero per 21 giorni di
presidio: poi si portarono in Arienzo. Per le spese di
alloggiamento, aveva spesi i 300 duc., su cui si pagavano i
fiscali. Chiede ed ottiene di contrarre un debito di 500 o 600 duc.
al 5%, facendone assumere la garanzia dai 10 cittadini più ricchi
(Ivi, fol 249).
1610: Dal 29
gennaro per tutto lo mese de febbraro vi fu un'altissima
neve.. Havendo coperto la terra et i montoni di neve a
similitudine di terri. Ha nevicato giorni continui et
notti trenta per detta neve li animali viventi morsero quasi
tutti; li capri selvaggi usirono fora della neve e pochissimi
ne restarono vivi. Cascarono molte case e furono
fatte continue processioni alla Maestà divina che ci
levasse ed admonesse da simile tribolazione. (N. Diodato Rivista storica del
Sannio Febb. 1999) |
1610,
marzo, 10. Part. Summ, vol. 1837, fol. 122.
Al capitano di Torre di Montefuscolo si
comunica, per la formazione. dell'apprezzo delle entrate dei
cittadini, che secondo il solito, da ogni centinaio di ducati, si
deducono 3 once, e ciò dalla rendita, non dal capitale.
1610, marzo, 13. Part.
Summ., vol. 1876, fol. 48 t.
L'univ.
di Torre di Montefuscolo espone di aver ottenuto, con R. Ass., la
potestà di esigere dai cittadini. che si allontanano per lavoro, la
tassa di 2 tornesi al dì, cioè 36 carlini l'anno. Si scrive alla R.
Ud. che dia aiuto e favore per farla pagare.
1611, ott., 15. Disp. della R. Cam. della
Somm., vol. I, fol. 342.
Fra altre somme, destinate al
mantenimento dei « barricelli », o soldati di campagna della R.
Ud., v’è quella di annui duc. 126, tarì 2, gr. 18 dei fiscali di
Torre di Montefuscolo.
1612, ottobre, 15. Part. Summ., vol. 1867,
fol. 268 t.
Si ordina ai razionali, nominati dall'univ.
di Torre di Montefuscolo, di seguire le istruzioni della R. Camera
nel vedere il conto dell'ex-sindaco Domenico del Carro.I. 9
nov. si scrive alla R.
Ud. di costringere a pagare i fiscali il dott. Barnaba Cariteo, che
tenta evaderli, dichiarandosi cittadino di Pietradefusi, mentre ha
ereditato il fuoco del padre, dimorante in Torre.
1614,
ottobre, 31. Decretor, Coll., vol. I fol. 12 t.
Si comunica all'univ. di Torre di
Montefuscolo il R. Ass. del 14 dello stesso mese per l'esazione
della gabella della farina a 4 carlini il tomolo per il grasso ed
altre vettovaglie; del vino. a 4 carlini la salma. che, secondo
il costume della terra, è di 8 barili, e vale tanto per il vino
pretto, come per l'acquata; della gabella delle botteghe lorde; e di
quella della chianca.
1614,
novembre, 21. Coll. Provis., vol. 62, fol. 199.
In Torre di Montefuscolo si riunisce il
parlam., innanzi al governatore. Si propone dal sindaco e dagli
eletti la proroga delle gabelle. Redige il verbale il notar Antonio Todesca. Si acclude agli
atti la copia del precedente R. Ass. del 6 dicembre 1609. (Ivi, fol.
201).Il R. Assenso viene concesso il 10 dicembre 1614 (Ivi, fol.
202).
1615, settembre, 29.
Collater. Decret., vol. 4, fol. 212 t.
R. Ass. all'univ. di Torre di Montefuscolo
per un debito di 500 duc. al 7%, garantito sull'entrata de' dazi e
gabelle, contratto con Alfonso e Battista Barclario di Mirabella, i
quali lo avevano poi girato ad Angelo e Cesare de Penta.
1616, maggio, 29. Part. Summ.., vol. 1975,
fol. 1°.
Marzio Tudisca,
di Torre di Montefuscolo, per commissione del sindaco e degli
eletti, s'era dovuto recare a Napoli, e dimorarvi alcuni giorni.
Sorta contestazione per il pagamento della diaria, si ordina al
capitano di Montefuscolo di procedere in giustizia.Il
2 dello stesso mese era stato ricordato alla R. Ud. che non si
do vena, in Torre, mandare commissarii di fiscalarii di
piccole somme, invece tutto doveva essere disbrigato dal
commiss. di maggior somma.
1616, settembre, 28. Part.
Summ., vol. 2005, fol. 9.
Si ordina al capitano, ad
istanza dell'univ. di Torre di Montefuscolo, di non impedire agli
assuntori l'esazione dei fiscali. Il 22 agosto Cola Giovanni Todesca
espose di essere stato nominato sindaco. Dimostra la sua
incompatibilità, perchè, essendo stato esattore dei fiscali, non
ha dato ancora il conto; inoltre, è garante, per 200 due.,
non ancora versaci, di not. Antonio Todesca,
assuntore della gabella della farina, e di quella del vino. Si ordina al capitano di far eleggere altra persona
come sindaco.
1618, settembre, 21. Collater. Decr.,
vol. 25 fol. 117.
R. Ass. all'univ.
di Torre di Montetuscolo per la proroga delle gabelle.
1620, aprile, 10. Part. Summ., vol. 2019. fol.
496.
Espone l'univ. di Torre di Montefuscolo, che,
oppressa da molti debiti, non ha modo di pagar i fiscali. Chiede ed
ottiene che il Percettore, Giov. Domenico Marano, esiga 50 ducati da
Giov. Angelo Di Caro, significato dai razionali, come ex-sindaco, il
12 febbr. 1620.Si riscrive il 1 giugno seguente per l'esazione di
tale significatoria. (Ivi, fol. 507).
1621,
settembre, 15. Culi. Provis., vol. 112, fol. 202.
R. Ass.
per proroga di gabelle all'univ. di Torre di Montefuscolo. Si alliga
anche il precedente R. Ass. del 22 giugno 1619.
1622,
giugno, 1°. Coli. Decret., vol. 39, f ol. 86.
L'univ.
di Torre di Montefuscolo è debitrice di due. 1500 di fiscali
arretrati al procuratore G. Domenico Marano, e ciò per varie annate
di carestia, e per li alloggiamenti ai militari. Le si concede
licenza di riunire il parlamento, per accendere un debito
di 100 duc.
1623, marzo, 10. Part. Su mm., vol. 2103, f
ol. 43 t.
Si ordina al capitano. ad istanza
dell'univ. di Torre di Montefuscolo,di non permettere di agire ai
commissarii di fiscali, se non a quello per la maggior somma. Il
giorno seguente si ordina allo stesso capitano di procedere ad atti
esecutivi sui beni del dott. Barnaba
Caridio, che aveva promesso di pagare 24 due. fanno per
essi, e poi aveva mancato alla parola data.
1623, aprile,
27. Part. Summ., vol. 2103, fol. 76.
A richiesta
dell'univ. di Torre di Montefuscolo si ordina alla R. Ud., che,
vertendo lite sui beni del quond. dott. Barnaba Caridio per la rata
di debiti dell'univ., da pagarsi sui beni di lui, smetta di
procedere, e mandi gli atti in Somm.
1627,
luglio. 22. Part Summ., vol. 2171, fol. 54 t.
S'ingiunge al
capitano di Torre di Montefuscolo di costringere gli abitanti. che
rimangono « de fore », a pagare 36 carlini l'anno
all'università. Nello stesso giorno gli s'impartisce
l'ordine di costringere i forestieri a pagare la bonatenenza. Ivi
fol. 55).
1629, ottobre, 25. Coll. Decret., vol. 63,
fol. 93.
R. Ass., all'univ.
di Torre di Montefusculo. per una nuova proroga delle gabelle della
farina e del vino.
1630, luglio, 20. Cold_ Decret.,
vol, 69, fola 92.
Si convalida con R_ Am un debito di
500 due. di Torre di Montefuscolo con Tiberio Giordano, di cui ora
è.erede la figlia, Vittoria.
1631, maggio, 10. Part.
Coll., vol. 131, fol. 22 t.
li sindaco e gli eletti
di Montefuscolo espongono che la provvisione per le diarie ai
commissarii non è stata eseguita. Uno di costoro, ch'erasi fermato
per una serata soltanto nel casale di Torre, aveva pretesi 44
ducati di diaria. Un altro, Lorenzo De Pietro, ne aveva
colà pretesi pure altri 40 per giornate impiegate e da impiegarsi.
Si scrive alla R. Ud. che faccia rispettare le
Prammatiche.
1631, agosto, 13. Coll Decret. vol. 81,
fol 95 t.
R. Ass. all'univ. di Torre di Montefuscolo
per abolire la gabella della farina, sostituendola con quella del
vino, che rende 360 due. l'anno, ed una tassa inter cives, da cui si
ricavano altri duc. 356.3.5. .
1632. novembre, 18. Part.
Coll., vol. 155, fol. 133 t.
L'univ. di Torre di
Montefusculo, pur avendo ottenuta una moratoria dal Reggente Tapia,
è ancora molestata da commissarii per i fiscali. Si ordina al R.
Auditore Russo di non farle dare fastidio.
Dopo alcuni anni di carestia il 15
dicembre del 1631 c'è la grande eruzione del Vesuvio che
scosse profondamente parte della Campania. Le ceneri
dell'eruzione arrivarono fin nel Mar Egeo. La provincia di
Avellino(compresa Torre ) fu sommersa da alcuni centimetri di
cenere che portarono ad un'ulteriore carestia. Il vicerè fu
costretto a sospendere temporaneamente le tasse per
alleggerire gli irpini da una profonda
miseria. Altri danni sono
registrati in zone lontane dal Vesuvio. Francesco Scandone,
nella sua "Storia di Avellino", riporta una lettera datata 30
dicembre 1631 in cui il Viceré esprime al Vescovo di Cirene il
dispiacere prodotto dalla notizia del danno che han ricevuto i
luoghi della comarca di Avellino "per
i lapilli caduti per l'incendio della Montagna di
Somma" Nella stessa lettera si ordina anche di
far macinare tutto il grano esistente nei magazzini "per
il bisogno del pubblico finché si apra il cammino per il
commercio", cioé la via di comunicazione verso la
Puglia. I danni subiti dalla città di Avellino sono
ricordati in una lettera del Sindaco datata 1 aprile
1632: "Il
sindaco et eletti esponeno come con l'occasione dell'incendio
della Montagna di Somma è cascata in detta città numerosa
quantità di arena et per sollevare le case per non farle
cascare come era cominciato a succedere a qualcune, si è
levata detta rena da sopra li tetti et buttata nella piazza et
strade in modo che ve n'è per ogni strada 4 o 5 palmi. Per non
deformare la città e non impedire il commercio si chiede e si
ottiene licenza di 200 ducati per comprare un terreno libero e
portarvi la cenere."
I ducati divennero poi 500 e, per sovvenzionare la
spesa, il 30 aprile si proroga l'esazione di una gabella detta
indauro, "quali
si esige dalli potecari de' salsume et carni
salate". A causa della caduta di ceneri, i paesi
di Montella, Nusco, Bagnoli, Lioni, Teora, Volturara, Salsa,
Atripalda e Solofra non dovevano essere molestati con
richieste di soldati e di cavalli perché tutte gravate da
molti altri pesi. La caduta di cenere distrusse buona parte
dei raccolti causando carestie e, come conseguenza,
brigantaggio. In una cronaca di S. Angelo dei Lombardi, il
13 aprile 1632, si legge che tal Giovan Giacomo Cecere soldato
fuggiasco dagli stipendi di S.M. e contumace nella corte
locale è inquisito di omicidio doloso per "aver
tirato un colpo di archibugio mentre era in città, e di poi,
scorrendo la campagna a capo di gente armata, turbava la
quiete di quei popoli quasi affatto rovinati dalle ceneri
cadute per l'incendio del Vesuvio." Lo stato di
disagio continuò per molto tempo. A lungo la città di Forino,
in provincia di Avellino, litiga con il fisco per ottenere
l'esonero dal pagamento del donativo regio "a
causa dei danni arrecati dalla rena del Vesuvio nell'eruzione
del 1631", danni che contavano il crollo di 400
case, la morte di tutti gli animali domestici e la perdita di
tutto il raccolto. Fu concesso un primo esonero per cinque
anni, rinnovato poi nel 1637 e ancora nel
1640 |
1632. novembre, 18. Part. Coll., vol. 173, fol. 49
t.
Espone l'univ. di Torre di Montefusculo ch'è
numerata per 234 fuochi, de' quali gli effettivi sono soltanto 103.
Perciò ha un forte debito con la R. Corte. 'Si ordina al Percettore
che differisca l'esazione dell'arretrato sino a tutto
ottobre, e poi lo distribuisca per le scadenze dell'anno
amministrativo.
1632, novembre, 18. Part. Coll., vol.
171, fol. 80.
Si ordina al R.
Auditore Russo che l'univ. di Torre di Montefusculo,pagando i
fiscali, i fiscalarii, ed i creditori strumentarii, non sia
molestata da altri creditori. .
1636, gennaio, 18.
Part. Summ, vol. 2276, fol. 130.
Si ordina alla R.
Ud. ed al capitano, che le irregolarità commesse dall'univ: di Torre
di Mentefuscolo contro lo « stato discusso " ed il bilancio, a norma
di vari biglietti vicereali, non sono di loro competenza, ma
riservate al giudizio della Somm.
1639, giugno
25. Part. Summ., vol. 2306, fol. 322.
Si ordina al
Percettore di rimborsare sui fiscali all'univ. di Torre di
Montefuscolo la metà di 192 ducati, spesi insieme con S. Paolina,
per l'alloggio di parte della Comp. di fanti napoletani, del
capitano D. Giuseppe Tocco.
1639, dicembre, 15. Part.
Coll., vol. 308, f ol. 2 t.
Alla R. Udienza di P. U.
per la univ. di Torrenocelle contro « gli aggravi. che riceve
dall'univ. di Montefuscolo nel ripartire gli alloggiamenti, come
casale di essa terra. Si osservino le provvisioni di Cancelleria,
prese per tal faccenda ».
1640, febbraio, 10. Coll.
Decret., vol. 97, fol. 33 t.
R. Ass. per la proroga
delle gabelle all'univ. di Torre di Montefusculo.
1640. marzo, 30. Part. Coll., vol.
313, fol 20.
Alla R. Ud. di P. U. ed al capitano di
Torre di Montefuscolo che si adoperino a far pagare dall'univ. prima
i fiscali, poi i fiscalarii, dividendo quel che resta,
proporzionalmente ai creditori strumentarli. Se vengono dei
commissarii, li facciano desistere.
1643, maggio, 20. Coll. Decret., vol. 103, fol.
74.
R. Ass. all'univ di Torre di Montefusculo per la
vendita di un territorio demaniale di 3 tomoli, acquistato per duc.
30 dalla cappella di S. Ciriaco.
Non c'è altro modo di pagare i fiscali. per liberare il sindaco e
gli eletti, messi in carcere dal giudice della R. Ud. per i fiscali.
ad istanza di un commiss., Vincenzo del Giudice, inviato del
Percettore G. Domenico Marano.
Prima testimonianza del culto di San
Ciriaco.Si fa riferimento all'acquisto di un'area
per la costruzione di una cappella, che sessanta anni dopo
diventerà la nostra chiesa. La "prima commissione di San
Ciriaco" della storia si mise, ovviamente, nei guai
tanto che finirono tutti in prigione per non aver pagato le
tasse relative alla
transazione. |
1645, dicembre, 5. Coll. Decret., vol. 120, fol.
186 t.
R. Ass. all'univ. di Torre di Montefuscolo per
la proroga della gabella della « farina, che si panizza », di 4
carlini al tomolo, e di quella del vino,a 4 carlini la
salma
|
1674.
settembre, 15. Vigl. vicer., vol 366.
Il
sindaco di Torrenovelle ricorre contro quello di Montefuscolo, perché questi, intervenuto alla fiera di S. Ciriaco,
ha preteso esercitare una giurisdizione,
che a lui non appartiene. Si scrive alla R. Udienza per
informazioni. L'ordine viene ripetuto il 6 ottobre.
|
E' la prima
traccia dell'autonomia di Torre le Nocelle da Montefusco. Da
questo momento in poi ci saranno una serie di ricorsi contro
sindaci e gabellieri di Montefusco fino a quando non ne verrà
sancita la loro incompetenza. |
1676, genn., 23. Quint., 336, fol. 286. Arch. Tocco
di M., Scritto Div. 13.
Con istr. per not.
Geronimo Benincasa di Napoli. Giov. Batt. Ludovisi princ. di
Piombino e Venosa, vendette Torre le Nocelle ad Antonio de Tocco
princ. di Acaia e Montemiletto per 2500 duc. con patto di ricompra
entro due anni. Del prezzo pagò solo due. 1500; gli altri
1000 venivano trattenuti e il de Tocco pagava l'interesse annuo del
5 per cento. Con istr. per not. Nicola Vetrano del 6 aprile 1676,
lo stesso Ludovisi vendette al de Tocco anche la terra di
Fontanarosa per prezzo di duc. 12 mila, dei quali pagò, Però. solo
due. 2 mila e sugli altri 10 mila promise corrispondere
duc. 550 annui, cioè al cinque
e mezzo per cento. Anche per questa vendita fu posta la clausa di
ricompra entro due anni, ma inutilmente, perché trascorsi che furono
il de Tocco se ne dichiarò padrone sebbene il Ludovisi
intendesse giudizio di nullità. Il 24 dic. 1679 per istr. di not.
Giuseppe Ragucci. Beatrice Ventimiglia madre e tutrice di Carlo de
Tocco, primogenito di Leonardo 11, ch'era stato crede di Antonio
venne a transazione col Ludovisi: le terre restarono in
proprietà (lei de Tocco e al princ. che aveva venduto furono
corrisposti duc. 603 annui per gli 11 mila duc. che bisognava ancora
pagare. I de Tocco ottenuto il R. Assenso per le compre fatte, il
18 sett. 1687 pagarono duc. 96.2.2. Il 1° sett. 1727 per
not. Ferraiolo di Napoli, la transazione fu convalidata dagli
amministratori del patrimonio di Leonardo III, figlio di Carlo,e si
ebbe R. Ass. il 22 dic. 1734.
1681, luglio, 30. Part. Coll.., vol. 361,
fol. 126 t.
Con suo memoriale l'univ. di Torrenocelle
espone di essere ab immemorabili in possesso della giurisdizione
della Zecca di pesi e misure. Ora, nella festività di s. Ciriaco,
l'univ. di Montefuscolo, pretende turbare tale possesso, col
pretesto ch'è un casale di Montefuscolo. Invece « nell'antiche
numerazioni e nella moderna si trova numerata per terra distinta e
separata da Montefuscolo. con governo separato e fiscali ed
assegnatarii di fiscali separati, e i cittadini di Montefusculo,
che vi possiedono beni, ne pagano la bonatenenza ». Si ordina
alla R. Udienza di procedere in giustizia.
1688 luglio,
21. Coll. Provis.„ vol. 254, fol. 8.
Si ordina alla R.
Ud. di provvedere in giustizia sulla domanda di Torrenocelle. L'univ.
dice di essere da tempo immemorabile in possesso della giurisdizione
della Zecca di pesi e misure, specie nella festa di s.
Ciriaco. Ora viene molestata dall'univ. di Montefusculo,
col pretesto ch'è un suo casale, mentre ha governo separato,
numerazione di fuochi e fiscali separati,ed anche territorio
separato, tanto che i cittadini di Montefuscolo, che vi possiedono
beni rurali, ne pagano la bonatenza».
Il 5 giugno del 1688 un terribile terremoto
con epicentro tra Ariano e Benevento distrusse quasi
completamente Torre le Nocelle.Pare che la magnitudo del sisma
( forse 11 gradi della scala Mercalli) fosse addirittura
superiore a quello del 1980. Era sabato, vigila di
Pentecoste . Fu preceduta, mezz'ora prima da una scossa che
servì da allarme alla popolazione. Crollarono completamente
le casaline e la Chiesa
di Santa Maria Maggiore. Crollò pure la chiesa
rurale di San Pietro de Cerreto, annessa alla chiesa di San Bartolomeo di
Montefusco sin dal 1350. BCB benev.295 n.18
cc.26r-26v-46r. Inventarium bonorum stabilum ecclesie s.ti
petri de cerreto unite sancte ecclesie s.
bartolomei |
1696 Giugno 26 ,
21. Coll. Provis.„ vol. 292, fol. 132 .
L'Univers.
di Torre delle nocelle ottiene il R. Ass. alla
transazione, stipulata con D. Francesco Acquaviva Aragona,
marito di D. Teresa Gemma, baronessa del feudo di Lago, sul
pagamento di 6 ann. duc. per la bonatenenza. Lo stesso
provvedimento è registrato sotto il giorno 30 giugno, in
Collater. Decret, vol 257.fol 185.
1697 Luglio 20 Part coll. vol 1038 fol 176.
Si ordina
alla R.Ud. di P. U. di deputare, in nome del vicerè,
"persona ad esercitare la giurisdizione di Mastro della
fiera e della Zecca di pesi e misure nella fiera di San Donato,
che da tempo immemorabile esercitata dal sindaco di Montefuscolo
in tutto il suo territorio, et signanter nella Torre delle
nocelle , dove il Principe di Montemiletto e l'univ. di detto
casale intende intorbitare tale giurisdizione"
1698 Giugno 13 Coll. Provv. vol 301 fol 44.
Parlamento
in Torrenocelle in presenza di Carlo Fortunato, governatore
dello Stato di Montemiletto. Il sindaco Matteo di Iorio e
l'eletto Giuseppe Cefalo , fanno la proposta, ch'è approvata di
prendere in enfiteusi dal principe, per annui duc 36. il Bosco
di Fasano ( Bosco Fajano) e la Macchia della Corte (
Le Macchie) in territorio di Montemiletto. Il R.
Assens è concesso il 25 dello stesso mese.
30 Giugno 1701: Consacrazione
della nuova chiesa a San Ciriaco D.M. |
1727 Genn. 1 Part coll. vol 1295 fol 77.
In una
lettera patente al viceré, Cardinale Althann , si
ricorda che l’11 luglio 1722 era stato provveduto per Luco
Caracciolo, duca di San Vito per una controversia col principe
di Montemiletto. Quando la Baronia di Montefuscolo era stata
posta all’incanto nel S.R.C. ad istanza dei creditori di D.
Nicola e D. Giov. Batt. Ludovisi, principe di Venosa, s'era presentato
a licitare Luigi Fortunato, come agente del Principe di
Montemiletto, proponendo il patto che non si dovesse mai
chiedere la reintegra, a tal baronia, del casale di Torre delle
nocelle, che n'è dismembrato, ed è posseduto dal principe di
Montemiletto. Nel 1722 s'era fatto dispaccio che pendente lite
imi N. Cani. e in Collaterale, nulla si dovesse innovare. Ora si
rimetteva in campo la reintegra, ma si ordina di osservare il
Disp. del 1722.
1727, sett, 7. Arch. Tocco di M., Scritt.
Div., X11, 9.
Convenzione tra: 1) il magnif. Dott. Oronzio
Dattilo, curatore del patrinomio ciel quond. brine. di Piombino
e Venosa; 2) il magnif. Dott. Giuseppe di Roma, procuratore di
tutti i creditori dello stesso patrimonio; 3) il princ. di
Montemiletto, Leonardo de Tocco.
Dolio la compra fasta dal princ. Antonio
Tocco di Fontanarosa e Torre le Nocelle (istr. per not. Geronimo
Benincasa di Napoli del 23 gen. 1676) dal princ. Ludovico, molte
furono le liti negli anni seguenti.
11 1722, aprile, il R. Commiss. Fiorillo,
delegato dal S. R. C. il 17 die. 1721 per l'apprezzo dei beni
feudali e burgensatici dei predetti due feudi, valutò:
Torre le Nocelle: i beni feudali rendevano
annui due. 153 e tari 2, che alla ragione del 2 e 3/, per cento
formavano due. 5578 e gr. 103/, di capitale; i beni burgensatici
rendevano annualmente due. 14 e tarì 10, che alla ragione del
4% formavano due. 357, tari 2 e gr. 10 di capitale; in tutto il
feudo valeva duc 5935.3.0.3/4.
Fontanarosa : i
beni feudali
rendevano duc486.4.13
i quali alla ragione del 2% per cento formavano un
capitale di due. 19477.2.10; i beni burgensatici rendevano due.
72 e gr. 17% all'anno, che valutati al 4% formavano un
capitale di due. 1804.1.17%; complessivamente il feudo valeva
due. 21281.4.7%.
Questi atti di apprezzo furono firmati dal
Fiorillo il 12. mano 1724 e inviati al princ. di Montemiletto,
il quale contrappose le seguenti osservazioni:
Torre le Nocelle: dovevano
dedursi due. 250 per annui duc. 10 dagli credi di Salv. Melillo perché
sebbene descritti nella vendita fatta ;dal Ludovisio
non si erano nè rintracciati gli eredi nè i beni sui quali il
censo gravava. L'apprezzo, pertanto si riduceva a duca 5685.3.0.3/4
Fontanarosa: era da dedursi dall'apprezzo:
1) la rendita di tomola 7 e misure 12 di grano clic gravava .su
Tommaso Inglese per il territorio sito in S. Agata; valutando a
carlini 8% il tomolo sono annui due. 6.1.17% come appare dall'istr.
del 1704 e (la dove, risulta che tale partita fu acquistata con
particolari iure dal princ. di Montemiletto; detto capitale,
alla ragione dei beni feudali è calcolato in due. 255;
2) la rendita di annui due. 4.1.15 dovuti da Nicola di Brizio per la
vigna; due. 3 da Geronimo d'Innocenzio per un magazzino; due.
22.10 da Gius. E Giovanni Franza .
|