QUANDO A TORRE C'ERA IL MARE
Una straordinaria scoperta è stata fatta in questi giorni a Torre. Sono stati trovati sulle "Sireve" fossili risalenti a oltre 200 milioni di anni fa. Si tratta di reperti di flora marina, di un'alga precisamente, che viveva qui in fondali marini, prima della formazione degli Appennini. I fossili affiorano direttamente in superficie dai sedimenti. Sarebbe interessante effettuare più metodiche ed approfondite ricerche.
In particolare i reperti hanno subito il fenomeno della
carbonizzazione .La carbonizzazione è un altro tipo di fossilizzazione ed è
particolarmente adatto alla conservazione dei vegetali e degli animali privi di
"parti dure". Questa si ha quando la pressione del sedimento, che deve
essere molto "fine", provoca la fuoriuscita dei componenti liquidi e
gassosi dall'organismo e alla fine rimane solo una sottile pellicola esterna che
testimonia la sua presenza. A volte anche questa sottile pellicola viene persa,
ma il fine sedimento carbonioso, nella quale il fossile era inglobato, conserva
comunque una controimpronta estremamente dettagliata. Lo studio dei
grandi giacimenti di carbone europei e americani ha messo in evidenza che essi
si sono formati lungo antiche zone costiere di tipo paludoso che venivano
periodicamente invase dal mare. Quando questo avveniva, tutti i sedimenti
biologici che fino a quel momento si erano deposti, venivano coperti da uno
strato di sabbie e argille, preservandoli così dalla decomposizione.
ERA | PERIODO | EPOCA | INIZIO |
Cenozoica |
Quaternario
|
Recente |
0,01 |
Pleistocene |
2 |
||
Terziario |
Pliocene Miocene Oligocene Eocene Paleocene |
5 22 40 55 65 |
|
Mesozoica |
Cretaceo Giurassico Triassico |
|
140 195 230 |
Paleozoica |
Permiano Carbonifero Devoniano Siluriano Ordoviciano Cambriano |
|
280 345 395 435 500 570 |
Proterozoica | Precambriano | 3000 | |
Azoica | 4600 |
Herbarium diluvianum /
collectum a Iohanne Iacobo Scheuchzero ... Editio novissima, duplo auctior. -
Lugduni Batavorum : sumptibus Petri Vander Aa, bibliopolae, Civitatis atque
Academiae typographi, 1723. - [4], 119, [5] p., 14 c. di tav. : ill. ; fol.
Johann Jacob Scheuchzer (Zurigo, 1672-1733), laureato in medicina all'Università
di Utrecht nel 1694, intraprese poi lo studio della matematica e dell'astronomia
per dedicarsi infine alle attività che lo resero celebre: la botanica e lo
studio dei fossili. L'Herbarium diluvianum, pubblicato in prima edizione nel
1709, valse a Scheuchzer il titolo di padre della paleobotanica e resta ancor
oggi un documento fondamentale nella storia dello studio dei fossili. In quest'opera
l'autore illustra la sua teoria sulle dendriti, ovvero cristalli che racchiudono
varie immagini, non solo di insetti e foglie ma addirittura di alberi e di
interi paesaggi, perché sarebbero stati anticamente allo stato liquido e,
solidificandosi, avrebbero imprigionato l'immagine che stavano riflettendo.
Per Scheuchzer i fossili rappresentavano la prova certa del diluvio universale. Il
valore simbolico-religioso attribuito ai fossili da questo celebre diluvianista,
è quello di testimonianze intatte del mondo, così
come Dio lo aveva creato, prima che il diluvio lo stravolgesse.
Chi ne volesse sapere di più può rivolgersi al genio dalle 11 lauree ( ne teneva 10, ma sicuramente nel frattempo avrà conseguita pure la laurea in Paleontologia ) e venirne ampiamente illuminato.